La trama (con parole mie): Susan e Sharon McKendrick, due gemelle ormai adolescenti, scoprono l'una dell'esistenza dell'altra ad un campo estivo, e dopo le scaramucce iniziali instaurano un rapporto molto stretto che le porta ad elaborare un piano. Scambiandosi di posto, si prefiggono di conoscere il genitore che è loro mancato fino a quel momento, con l'idea di poter riunire il padre - un ruvido cowboy californiano che ha cresciuto Susan - e la madre - una donna dai modi distinti tornata con Sharon dai suoi genitori, a Boston -.Tutto pare filare liscio fino a quando Sharon scopre che la giovane arrampicatrice Vicky vuole mettere le mani sul padre e sul suo cospicuo patrimonio sposandolo in fretta e furia: avvisata la sorella, le due ragazze si troveranno a dare una brusca accelerata al piano per poter continuare a coltivare il sogno di veder riunita sotto lo stesso tetto la loro famiglia.
Il percorso attraverso i grandi classici targati Disney fortemente sponsorizzato da Julez in attesa dell'arrivo del fordino, dopo FBI Operazione gatto e Quattro bassotti per un danese, conosce un nuovo capitolo con un altro dei titoli che tutti noi abbiamo visto - per caso oppure no - almeno una volta nella vita in televisione: film che sono un pò come ricordi o sapori che pensavamo di aver dimenticato e che, al contrario, tornano a farsi sentire prepotentemente già dai primi fotogrammi.
Il cowboy con il velo da sposa, esponente di spicco della categoria, fa bella mostra di sè anche a cinquant'anni suonati dall'uscita, mantenendo standard più che discreti nell'ambito della commedia da buoni sentimenti perfetta per tutta la famiglia e, di fatto, clamorosamente resistente al passare del tempo, quasi avesse una vera e propria "bolla" a proteggerlo da critiche o accuse di eccessiva zuccherosità - protezione che condivide con i titoli citati poco sopra -: nonostante, dunque, un minutaggio decisamente ampio per un titolo di questo genere - due ore abbondanti - la struttura da commedia degli equivoci e l'apporto dell'irresistibile Hayley Mills - in una doppia parte tra l'altro ottimamente realizzata per i tempi - rendono il tutto decisamente ritmato e piacevole.
Considerata l'epoca della realizzazione, inoltre, l'idea di affrontare il tema del divorzio e della famiglia spezzata in due è sfruttata con grande leggerezza e modernità, assumendo i toni della commedia slapstick quando le gemelle decidono di accanirsi contro la pretendente del padre e quelli più morbidi tipici di Mamma Disney nel momento in cui i loro sforzi si concentrano sul sogno di vedere di nuovo uniti i genitori: al contrario è invece curioso notare come già nel pieno dei gloriosi sixties gli adattamenti dei titoli fossero a dir poco assurdi, con l'originale Parent trap - trappola per genitori, letteralmente - che diviene Il cowboy con il velo da sposa - riferimento al padre delle gemelle, che però a parte il look ed i modi un pò rudi non ha niente a che vedere con le ambientazioni western o i duelli al sole -.
Tolto questo dettaglio il resto funziona a meraviglia, con una prima parte giocata sull'avvicinamento delle due sorelle - dapprima nemiche giurate, dunque inseparabili - e l'elaborazione del piano che dovrebbe portare al ricongiungimento di mamma e papà, un momento centrale costruito sulla figura del genitore ritrovato per entrambe e la scoperta dell'intrigo delle ragazzine da parte della domestica del padre da una parte e del nonno dall'altra - perfette entrambe nel loro essere a metà tra la caricatura e la lezione da vecchi saggi, tipiche del Cinema del periodo - cui fa seguito il climax conclusivo con l'incontro degli ex marito e moglie e l'esilarante confronto durante la gita in montagna tra le due adolescenti e Vicky, una tipa da scopa in culo letteralmente soverchiata - com'è giusto che sia - dalla carica e dall'energia di Susan e Sharon.
Certo, non stiamo parlando di un Capolavoro, o di un film in grado di fare la storia della settima arte, ma il bello di titoli come questo è l'atmosfera che sono in grado di far respirare, un pò come quando si va a pranzo dai nonni e si finisce per mangiare come non si faceva da mesi, rimpinzandosi di tutte quelle cose che solo loro paiono in grado di preparare.
MrFord
"L is for the way you look at me
O is for the only one i see
V is very very extraordinary and
E is even more than anyone that you adore
and love is all that i can give to you
love is more than just a game for two
two in love can make it
take my heart but please dont break it
LOVE was made for me and you."Nat King Cole - "Love - The parent trap" -