il crepuscolo del wyoming...

Creato il 21 marzo 2011 da Omar
Mentre nel 1998 appariva sulle pagine del New Yorker la novella Brokeback Mountain di Annie Proulx, a Laramie, nel Wyoming, il giovane Matthew Shepard veniva trovato una sera d'autunno legato ad una staccionata, ai bordi d'una strada sterrata, casualmente identificato da un ciclista che lo scambiò per uno spaventapasseri; era gravemente ferito e morirà cinque giorni dopo. Il riflesso di questo crudele (e non isolato) caso d'omofobia aleggia nelle pagine - trasparendo persino dall'articolo di giornale dilavato nell’immagine di copertina - di questo bel romanzo di Percival Everett intitolato Ferito, pubblicato negli Stati Uniti nel 2005 e qualche anno dopo anche da noi. Ci troviamo proprio in quel Wyoming arcaico e profondo teatro di tanta efferatezza insensata e John Hunt, il protagonista del libro, non ha davvero niente del prototipo del cowboy. Tutt'altro che macho e tamarro, egli è invece un uomo colto, appassionato d'arte e persino nero. Deciso a tenersi a debita lontananza dalle beghe del paese per occuparsi unicamente del suo tranquillo ranch in periferia, la necessità di svelare la verità attorno al mistero della morte di un ragazzo gay - una verità di cui sembra non interessare a nessuno - gli matura lentamente dentro, quasi senza accorgersene. Assieme all'anziano zio (insuperabile figura old-style, capace d'intenerire e far pensare), al figlio di un amico lontano e a una vicina perturbante, Hunt stanerà parte dell'orrore attorno al caso, scoprendo al tempo stesso di essere ancora in grado di amare (l'autore ce lo presenta infatti in pieno inaridimento sentimentale, a seguito della morte dell'amata moglie).Quella che Everett ci mostra con piglio teso ed essenziale è quindi un'America desolata mille miglia lontana dall'entusiasmo per il successo di Obama alle presidenziali che aveva colto la nazione poco dopo la pubblicazione del libro in patria: le terre che descrive lo scrittore (prolifico e molto di nicchia, ma quotatissimo negli ambienti editoriali e ora anche da noi) sono porzioni degli Stati Uniti rozze, intolleranti, mondi in cui l'omosessualità è quotidianamente bandita e la differenza (anche etnica) percepita come una jattura: «è un paesino normale. Quasi tutti bianchi. Gli indiani sono trattati di merda. Insomma, l’America». Come tanta ottima letteratura contemporanea, è dunque agli sconfitti e agli esclusi che Percival Everett dona la parola in questo struggente post-western che odora di cavalli e pascoli, un libro capace di accostare la funerea catena di avvenimenti («Nessuno ha l'esclusiva dell'odio in questo paese») al riaffacciarsi all'amore del protagonista. Notevole.
Ferito - Percival Everett (Ed. Nutrimenti)

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