Il Cresci-Italia, liberalizzazioni: risparmi reali o solo fumo negli occhi?

Creato il 31 gennaio 2012 da Candidonews @Candidonews

Il decreto ‘cresci-Italia’, le liberalizzazioni. Qui di seguito un riassunto di quello che ci attende. Si parla di un risparmio di circa 400 euro all’anno:

Dicono Adusbef e Federconsumatori che la lenzuolata di Monti ci farà risparmiare in media 414 euro l’anno a testa. In realtà se il microfono si sposta dal consumatore ad altre categorie l’entusiasmo evapora subito. E non solo perché si tratta della stessa somma che perderà con l’Imu chi ha una casa di 80 metri in una zona così così di una grande città

d è venuto fuori che tra benzina, assicurazioni, bollette, piccoli acquisti e tutto il resto vanno via poco meno di 4.500 euro l’anno. Davvero possibile salvare da quella torta una fettona da 400 euro a testa? Adusbef e Federconsumatori i conti li hanno fatti con attenzione. Per i carburanti il risparmio sarebbe di 58 euro l’anno, e prima delle ultime aperture ai benzinai erano più del doppio. Per le professioni gli euro sono 92, per il commercio 82. Delle farmacie si è tanto discusso ma alla fine non è cambiato nulla per i medicinali di fascia C, quelli che pesano di più sul portafoglio perché tutti a carico del paziente. E infatti non restano che pochi spiccioli, 18 euro l’anno. Altri 53 dovrebbero arrivare dalle assicurazioni, soprattutto grazie alla diffusione sulle auto della scatola nera che pure al momento non ha dato risultati clamorosi sulla riduzione delle tariffe. E la lista continua ancora. Ci dovrebbero essere 23 euro sui trasporti se le gare per bus e tram, peraltro previste dalle norme europee, riusciranno a garantire davvero più efficienza. E altri 23 per i taxi, una delle voci più discutibili per il suo reale impatto sulla vita di tutti i giorni. Non solo perché il problema riguarda unicamente le grandi città ma anche perché la spesa media annua è di 48 euro e sembra davvero difficile riuscirne a risparmiare addirittura la metà. L’ultima voce riguarda le bollette di luce e gas, con un taglio previsto di 51 euro.

Liberalizzazioni uguale a risparmio assicurato? La Cgia di Mestre appare dubbiosa:

Da noi il settore delle autostrade è stato liberalizzato ma, dice ancora la Cgia di Mestre, in dieci anni i pedaggi sono aumentati il doppio dell’inflazione.

Su L’Unità uno specchietto di cosa va e cosa non va:

COSA NON VA:

Farmacie:
C’è il danno, continuare a non poter vendere i farmaci di fascia C, quelli per cui è necessaria la ricetta ma che sono a carico del cittadino. E c’è anche la beffa: la prospettata apertura di 5mila nuove farmacie (il cui numero sale così da 18mila a 23mila) che, complice il fatto di poter praticare sconti (ma è solo una possibilità), sarebbero da subito in diretta concorrenza. Per le 3.823 parafarmacie italiane è débacle su tutta la linea. A rischio, con la loro sopravvivenza, sono circa 8mila posti di lavoro. E svaniscono anche 600 milioni di investimenti già preventivati.

COSA VA
Bollette:

La separazione della rete del gas da Eni sarà realizzata mediante lo scorporo proprietario dell’intera Snam. È il metodo ottimale per attuare un effettivo mercato concorrenziale del gas naturale, garantendo un migliore sviluppo della rete infrastrutturale e l’accesso «libero» degli operatori. Il che dovrebbe consentire anche di abbassare i prezzi finali al consumatore. Ma lo scorporo è demandato ad un dpcm (decreto del presidente del Consiglio) da varare entro sei mesi, che dovrà anche chiarire le modalità con cui Eni dovrà scendere sotto il 50%. Nella nuova costituenda maxi Authority, quella delle reti, confluiranno le competenze dell’Autorità per l’energia e dell’attesa Autorità per i trasporti. Aggiornando le tariffe per famiglie e pmi, l’Autorità dovrebbe ridurre gradualmente il riferimento ai prezzi del petrolio per considerare anche quelli sui mercati europei del gas, con effetti di contenimento delle bollette

Su Giornalettismo si soffermano sul provvedimento ‘soft’ per i benzinai. Si poteva fare molto di piu per abbassare i prezzi alla pompa ed invece:

Fulminei nel rincarare i carburanti quando i prezzi internazionali o le tasse aumentano, lentissimi nel tagliare i listini se le quotazioni internazionali scendono. Con il risultato di avere margini di profitto non sempre giustificati. Eppure erano quelli che secondo le previsioni avrebbero potuto subire la mazzata più pesante. In che modo? Consentendo ai benzinai di rifornirsi dal migliore offerente. Una disposizione scioccante, che è però prontamente evaporata. Ne potranno usufruire soltanto i benzinai che sono proprietari della pompa: 500 su 25 mila, il 2% del totale.

Anche autostrade e banche sono state ‘risparmiate’:

Il decreto liberalizzazioni introduce finalmente il «price cap» anche per il calcolo dei pedaggi autostradali. Ma con un particolare non trascurabile: varrà soltanto per le nuove concessioni. Le attuali sono salve. E considerando che quella della società Autostrade scade nel 2038… Anche le banche sono state appena sfiorate dalla temutissima «fase due» del governo di Mario Monti, se si eccettua l’imposizione di un tetto alle commissioni sui prelievi al bancomat e l’obbligo per gli sportelli che propongono alla clientela polizze assicurative di presentare anche almeno un’offerta di una compagnia concorrente.


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