IL CRISTO SCHIODATO #VentagliDiParole #UniversoVersi

Creato il 22 settembre 2015 da Albertomax @albertomassazza

Sul lago di Tiberiade, quell’uomo funzionava come il più sofisticato scandaglio. Non importava che avesse esperienza diretta di quelle acque, né che ne conoscesse le secche più popolose come il palmo della sua mano: lui sentiva, fosse pure la sua prima uscita in barca, lui sentiva. Niente di miracoloso, ma un terreno, umanissimo sentire, tanto raro e profondo da sembrare oltreumano.

A Cana le nozze ebbero realmente luogo, i dettagli circostanziati ne confermano il fondamento reale. Ma lui non si comportò come un fenomeno da baraccone, moltiplicando pane e vino per strabiliare i convitati. No, quel giorno lui semplicemente saziò le loro pance ed esaltò i loro spiriti con le sue parole, come quando ancora imberbe aveva meravigliato i dottori nel tempio.

Il pane e il vino, simboli del nutrimento di corpo e anima, si fecero metafore che i gerarchi della nascente chiesa trasformarono in strumenti per affermare la pretesa superiorità sui rivali catacombali: la Dea del grano Demetra e il Dio del vino Dioniso. Per Mitra, Osiride e Zoroastro c’era posto nel nuovo insegnamento, ma non per i protettori degli oppressi e dei ribelli, i carnali ed orgiastici dei dell’Egeo.

Loro, senza equivoci, indicavano la via dell’eterna rivoluzione per liberare gli oppressi dallo sfruttamento degli oppressori. Loro indicavano una via tantrica alla salvezza che non poteva essere accettata dagli austeri sofisti dell’astensione, i pruriginosi bigotti del deserto, flagellatori degli istinti naturali.  Anche lui era un ribelle contro il formalismo gelido ed ottuso del dogma; anche lui sognava un mondo di uomini liberi, ma i manipolatori delle coscienze ebbero gioco facile ad offuscare questo aspetto dietro la mitezza del suo carattere.

E la ribellione divenne eterna maledizione, sacrificata sull’altare della conservazione del potere e dell’immutabile stato di cose, com’era già accaduto con Prometeo. La fecondità del sangue ribelle rese fertile il terreno per i sofismi arzigogolati dei dottori e su quel terreno venne edificata la camera di tortura per ogni anelito di libertà e giustizia terrena. Eccola, la vera schizofrenia del cristianesimo: non l’incoerenza tra la predica e la pratica, tra l’essenzialità e l’ostentazione, ma il sadismo nei confronti dei ribelli, unici veri portatori di progresso.