Il croodele mondo dei croods

Creato il 15 luglio 2013 da Cannibal Kid
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I Croods (USA 2013) Titolo originale: The Croods Regia: Kirk De Micco, Chris Sanders Sceneggiatura: Chris Sanders, Kirk De Micco Cast: Grug, Eep, Guy, Ugga, Gran, Thunk Genere: preistorico Se ti piace guarda anche: I Flintstones, L’era glaciale, Dragon Trainer
Torniamo indietro nel tempo. Torniamo nella preistoria. C’era una volta, tanto, tantissimo tempo fa, una famiglia di cavernicoli. Sì, i Flintstones! La serie che paradossalmente, pur essendo ambientata nell’età della pietra, ha traghettato l’animazione nell’epoca moderna, anticipando la rivoluzione dei Simpsons. Però non era a loro che mi riferivo. Io volevo parlarvi di un’altra famiglia di tizi ancor più cavernicoli, i primitivi Croods. Il papà Croods parla con la voce di Francesco “Dai dai dai” Pannofino (negli USA si sono beccati Nicolas Cage e direi che per una volta è andata meglio a noi) ed è il classico padre padrone padrino protettivo che fa di tutto per mantenere la propria famiglia in vita nel difficile mondo post-jurassico in cui vivono. Sono praticamente gli unici umani nell’arco di migliaia di chilometri, non hanno la tv e manco uno smart phone. Cosa diavolo fanno tutto il giorno? Vanno a caccia in cerca di cibo, che comunque è davvero difficile da trovare, visto che nella zona in cui vivono non c’è un Carrefour, né un LIDL o tanto meno un McDonald’s. Prima di dire che c’è crisi, che non c’è lavoro, che non riuscite ad arrivare alla fine del mese, guardatevi I Croods e poi voglio vedere se avete ancora il coraggio di lamentarvi.

Uno scatto bollente dal set de I Croods.

L’unico divertimento che è concesso ai Croods sono le storie raccontate dal capofamiglia. La voce di Pannofino è affascinante e avvolgente, vero, però le sue storie sono un po’ tutte uguali. C’è una piccola tigre che non rispetta le regole del padre, esce dalla sicurezza della sua caverna, va fuori nel mondo esterno e… muore! Per papà Croods, l’unico modo per sopravvivere è seguire le regole, non correre mai rischi. Se ciò sta relativamente bene a sua moglie e al suo figlio mezzo scemo, più scemo che mezzo, invece alla sua cognata, la mitica vecchina del film, e soprattutto alla sua figlia teenager non va mica bene. La giovane Eep è una sognatrice e immagina che nel mondo ci dev’essere qualcosa di più di quello. Lo sa che là fuori da qualche parte c’è altro, ci sono gli iPhone, le Louboutin, una programmazione di stronzate 24 ore su 24 su E! Entertainment, un'istruzione al college che non ti farà avere nessun lavoro e durante le vacanze si può andare a smignotteggiare allo Spring Break. Quello sì è un mondo da ricercare e per cui vale la pena vivere. E così un giorno, quando incontra un ragazzo chiamato con grande fantasia Guy, ha la possibilità di vedere cosa c’è all’infuori della sua batcaverna.

"Ma come facevi a sapere che pioveva senza la app del meteo?"

E cosa c’è?
Niente di che, a dirla tutta. Il mondo così come lo conoscono sta infatti per finire e l’unico modo per sopravvivere questa volta non è seguire le regole come dice papà Croods, ma cambiare, evolversi. Qualcuno lo va a spiegare ai politici italiani? Per evitare la fine, non bisogna ripetere gli errori del passato, ma cercare strade nuove. Dare magari fiducia ai giovani. E con giovani non intendo democristiani ruffiani con le idee da 90enni come Letta o Renzi. Vabbè, anzi non va bene ma facciamocela andare, questa è un’altra storia, questa è un’altra epoca.

"What's up, bitches?"

Nonostante la tematica apocalittica, il film per fortuna non prende la direzione di Io sono leggenda, né tanto meno di qualche Roland Emmerich/MichaelBayboyata. È più che altro un’avventura famigliare con tutti i pregi ma anche i difetti del caso. Se i personaggi sono molto simpatici, in particolare la vecchina e la scimmietta di Guy, e se alla fine ci si affeziona a loro, i Croods non rinunciano anche alle solite bambinate tipiche di queste produzioni. Ciò significa che ci sono le solite scene di inseguimento, più alcune gag davvero infantili ed evitabili, come quando papà Crood e Guy rimangono intrappolati nel catrame e per uscirne si inventano un espediente davvero assurdo. Ciò che manca al film per restare davvero impresso e lasciare un segno che vada al di là della visione carina caruccia è una svolta drammatica. A un certo punto sembra esserci e lì la pellicola pare poter fare il grande salto ed emozionare davvero, invece si tira indietro. Capisco sia un film (anche) per bambini, però i cartoni di una volta come Bambi e Dumbo su questo aspetto ci andavano mica tanto leggeri. I Croods come famiglia nel film rischiano, I Croods il film rischia invece meno, adagiandosi nei territori della solita pellicola a metà strada tra L’era glaciale e Brave - Ribelle, richiamata dallo spirito avventuroso della roscia di capelli protagonista, il tutto accompagnato da un pizzico di quell’ironia tipica delle produzioni di casa DreamWorks.
Una visione i Croods se la meritano tutta, però io avrei voluto la svolta drammatica. Non il solito scontato banale lieto fine. Io avrei voluto un finale come quello delle storie raccontate da papà Crood: con la morte di uno dei personaggi. Lì si che ci sarebbe stato da dire: ta-ta-taaaaa! (voto 6+/10)



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