il crudo e succoso inganno delle parole

Da Icalamari @frperinelli
A proposito di bufale

Le hanno indicato il capannone dove si realizzano i formaggi, preso a spiegare il processo produttivo, l’uso del caglio. Tentato di entrare nei dettagli.

La scolara, obbligata alla sosta per lo shopping gastronomico degli accompagnatori dopo la gita a Paestum, duella con due coetanei (maschio e femmina) incontrati sul posto ma, sommersa dalla sufficienza, finisce con l’esasperarsi. Cerca supporto attorno. Gli adulti sono distanti, parlano tra loro vicino al pullman parcheggiato. Il cielo pure è lontano, grigio e indifferente.

Dietro le porte chiuse di quel fabbricato, sotto quel tetto spiovente, deve esserci tutto un movimento di operai e di impastatrici, sì, ma di materia per creare e unire insieme mattoni, cemento, tegole. Questo pensa, e affonda:

–  In un caseificio si fabbricano case, non mozzarelle!

I due si scambiano un’occhiata silenziosa.

Non sembrano appartenere alla sua stessa razza. Non sembrano neanche bambini: così seri, così tanto precisi. Gli indigeni vagano scalzi per l’aia, non sono che due selvaggi presuntuosi. Pensano di giocarla con quella parola.

– Scemi, non sapete l’italiano? Io sì. CASE-ificio, viene da “casa”, è ovvio! Voi non siete di CASE-rta, che è PIENA di case? E dove credete che le fabbrichino?

I ragazzini scoppiano in una risata, lei sta per scoppiare dalla rabbia, ma il ritorno degli adulti li interrompe e, sotto i loro occhi, si scambiano saluti svelti in mezzo ai denti.

Poco più tardi, sballottato dal pullman, il contenuto dei sacchetti, immerso dentro un liquido lattiginoso, palesa, in tutta la  sua promessa di sapore, il crudo e succoso inganno delle parole.

Tutto ciò per dire che  Wolf Bukowsky – La danza delle mozzarelle, Slow food Eataly, Coop e la loro narrazione”. Edizioni Alegre  esce domani, 25 marzo.


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