Va molto di moda ultimamente il ritorno al rurale, alla cronaca delle giornate e della vita contadina della prima metà del ‘900 quando tutto era difficilissimo, e si ha la convinzione che la vita avesse un sapore differente e genuino. Niente di più sbagliato. Carlino Vigetti [Cesare Cremonini] è il figlio di un bracciante agricolo. Praticamente analfabeta e con un grave problema di controllo degli istinti sessuali l’unico pregio donatogli dalla natura è a quanto pare un singolare alito aromatizzato al sambuco. Essendo un fannullone inaffidabile nessun padre si sognerebbe mai di concedergli la propria figlia in sposa fatta eccezione da Sisto Osti, avido possidente con due figlie a carico di aspetto non propriamente gradevole che facendo leva sui debiti del padre del ragazzo e la promessa di una MotoGuzzi nuova fiammante suggella un patto per maritarne almeno una con Carlino. Da qui il giovane si reca ogni sera nella magione Osti per passare un’ora in famiglia per decidere quale delle due ragazze prendere in moglie. Il ritorno però una sera di Francesca [Micaela Ramazzotti], la bella figliastra del capofamiglia con conseguente e immediata infatuazione da parte del Vigetti getterà nel panico l’intera comunità rurale facendo saltare piani e accordi del Sisto costringendolo a concedergli in sposa invece che una delle due racchie consanguinee, Francesca. Ma una catastrofe dietro l’altra è alle porte. Avati si scosta dalla sua solita cinematografia fatta di alcool, bar e fumo rimanendo nel confine Emiliano per analizzare la vita rurale degli anni trenta pre fascisti, una vita fatta esclusivamente di lavoro, vessazioni dai più economicamente pur se non socialmente potenti e analizzando quella che era una società maschilista nella totalità più assoluta, in cui la donna era relegata alla fatica domestica e abituata all’adulterio da parte dei propri compagni. Il problema è che il film è noioso, la scelta degli attori partendo dal protagonista Cremonini è tremenda, il livello di recitazione a parte Andrea Roncato che comunque non stupisce è bassissimo e le vicende sono scontate e ruvide. Il sesso è il nodo gordiano sul quale ruota praticamente tutta la pellicola la cui nemesi, la religione e il rispetto delle regole che impone è impersonificato da Francesca. Resta il fatto che la mera comicità delle vicende non risolleva una trama scarna e banale non diverte e non coinvolge minimamente lo spettatore.Deludente, noioso.Voto: 3
Va molto di moda ultimamente il ritorno al rurale, alla cronaca delle giornate e della vita contadina della prima metà del ‘900 quando tutto era difficilissimo, e si ha la convinzione che la vita avesse un sapore differente e genuino. Niente di più sbagliato. Carlino Vigetti [Cesare Cremonini] è il figlio di un bracciante agricolo. Praticamente analfabeta e con un grave problema di controllo degli istinti sessuali l’unico pregio donatogli dalla natura è a quanto pare un singolare alito aromatizzato al sambuco. Essendo un fannullone inaffidabile nessun padre si sognerebbe mai di concedergli la propria figlia in sposa fatta eccezione da Sisto Osti, avido possidente con due figlie a carico di aspetto non propriamente gradevole che facendo leva sui debiti del padre del ragazzo e la promessa di una MotoGuzzi nuova fiammante suggella un patto per maritarne almeno una con Carlino. Da qui il giovane si reca ogni sera nella magione Osti per passare un’ora in famiglia per decidere quale delle due ragazze prendere in moglie. Il ritorno però una sera di Francesca [Micaela Ramazzotti], la bella figliastra del capofamiglia con conseguente e immediata infatuazione da parte del Vigetti getterà nel panico l’intera comunità rurale facendo saltare piani e accordi del Sisto costringendolo a concedergli in sposa invece che una delle due racchie consanguinee, Francesca. Ma una catastrofe dietro l’altra è alle porte. Avati si scosta dalla sua solita cinematografia fatta di alcool, bar e fumo rimanendo nel confine Emiliano per analizzare la vita rurale degli anni trenta pre fascisti, una vita fatta esclusivamente di lavoro, vessazioni dai più economicamente pur se non socialmente potenti e analizzando quella che era una società maschilista nella totalità più assoluta, in cui la donna era relegata alla fatica domestica e abituata all’adulterio da parte dei propri compagni. Il problema è che il film è noioso, la scelta degli attori partendo dal protagonista Cremonini è tremenda, il livello di recitazione a parte Andrea Roncato che comunque non stupisce è bassissimo e le vicende sono scontate e ruvide. Il sesso è il nodo gordiano sul quale ruota praticamente tutta la pellicola la cui nemesi, la religione e il rispetto delle regole che impone è impersonificato da Francesca. Resta il fatto che la mera comicità delle vicende non risolleva una trama scarna e banale non diverte e non coinvolge minimamente lo spettatore.Deludente, noioso.Voto: 3
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