Le fonti che Giacomo Pacini, ricercatore dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea di Grosseto, ha consultato per il suo libro “Il cuore occulto del potere. Storia dell’ufficio affari riservati del Viminale – 1919-1984″ (Nutrimenti, 2010, 256 pagine) sono molteplici. Ci sono le carte del giudice istruttore di Venezia, Carlo Mastelloni, ma anche i documenti saltati fuori all’improvviso negli anni Novanta dai faldoni del Viminale. Si incontrano gli atti acquisiti a processo per le stragi di Piazza Fontana e di Piazza della Loggia. Ma c’è anche parecchio materiale che deriva da appunti, in formative e rapporti dello stesso Ufficio affari riservati. Materiale che ha consentito di ricostruire una fittissima rete di informatori, provenienti tanto da destra quanto da sinistra, dall’extraparlamentarismo degli anni Settanta e dalle formazioni politiche ufficiali.
amicizie bipartisan e che inizia le prove generali degli anni di piombo (almeno a livello di protoformulazione teorica) già negli anni Cinquanta affinando strategie e tecniche nel corso degli anni.
(Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre 2010 del mensile La voce delle voci)