1909
Stati Uniti d'America
Regia: David Wark Griffith
Soggetto: Edgar Allan Poe, Honoré de Balzac
Sceneggiatura: Frank E. Woods
Non è detto che ricchezza e gloria si leghino necessariamente a profondi sentimenti.
Le attenzioni materiali più grandi, anche quelle presenti in una sfarzosa corte, dove a suggellare l'unione può arrivare anche una dolce e comoda alcova, possono non stimolar vera felicità. La contessa ne è consapevole, e preferisce darsi alla storia clandestina di turno, eccitante anche perché segreta. Il conte è un tipo sicuro di sé, tutti sono ai suoi piedi, come può la sua consorte non provare irrefrenabile amor per lui? Ma che dolore quando vedrà il tradimento consumato proprio nell'alcova preparata con tanta cura!
No, lui non vuole affrontare la cosa, preferisce chiuderla lì, seppellire la sua sofferenza, la vergogna e il suo ego scalfito in se stesso, dietro uno strato di spessi mattoni. Che quest'affronto, quest'attacco alla sua creduta onnipotenza venga asfissiato, nessuno dovrà sapere. Amante e contessa non possono altro che guardarci negli occhi e dirci addio, sottomessi alla soddisfazione rabbiosa del regnante.
Situazione fra La Grande Bretèche di Honoré de Balzac e Il barile di Amontillado del nostro caro Edgar Allan Poe.