(by Giuseppe Giordano)
Il freddo e il ghiaccio sono ormai giunti nelle nostre fredde città…..e allora perchè non giocare a curling……ma vediamo come si gioca a questo sport invernale che alle olimpiadi
di Torino 2006 colpì la curiosità dei sportivi di ogni parte del mondo.
Le prime testimonianze relative al Curling ( lancio del disco sul ghiaccio) risalgono al sedicesimo secolo: cioè al 1511 con la scoperta della famosa “Stirling Stone” (Pietra di Stirling, località della Scozia), sulle cui incisioni si evidenziano le prime testimonianza relativa allo sport del Curling.Il gioco, nato in Scozia è uno sport di squadra giocato sul ghiaccio con pesanti pietre di granito levigato (stones).
Il curling è diffuso particolarmente in Gran Bretagna, in Scandinavia, nel Canada e negli Stati Uniti.
In principio, si faceva scorrere una pietra (stone) il più lontano possibile. Poi si passò a cercare di lanciarla fino ad un punto prestabilito, puntando non più sulla forza (si lanciavano pietre di granito, pesanti più di 40 kg.), ma sulla precisione ed è concettualmente simile al gioco delle bocce.
Dal 1775 si iniziò a definire regole e tecniche e, nel 1838, venne redatto il primo regolamento dal Caledonian Curling Club. La disciplina del curling fece la prima apparizione ai Giochi olimpici invernali nell’edizione del 1924 disputata a Chamonix in Francia. Dopo essere stato escluso dal programma olimpico ufficiale per più di settant’anni (è stato sport dimostrativo nel 1932, poi nuovamente nel 1988 e nel 1992) nel 1998 a Nagano in Giappone il curling è stato riproposto, con l’aggiunta della competizione femminile. Solo nel 1973 ci fu l’annessione del Curling Italiano alla fondazione W.C.F. (World Curling Federation). Ora si svolgono regolarmente campionati Assoluti, Europei, e Mondiali.
Il campo di curling, detto rink, è una lastra di ghiaccio lunga 146 piedi (in Italia 44,5 m) e larga 14 piedi e 2 pollici (4,75 m) livellata. Molto importante per il ghiaccio è il cosiddetto pebble, uno spruzzo d’acqua nebulizzata che ghiaccia al contatto con la pista. Il pebble aiuta le stones a scivolare più velocemente.
Sul ghiaccio del rink, circa alle due estremità, sono disegnati due bersagli detti house (case) con un raggio di 6 piedi (1,88 m). Il centro delle case, chiamato tee, viene individuato dal punto d’incontro di due linee: la center line, che divide il campo a metà longitudinalmente, e la tee line, posta a 16 piedi (ca. 4,9 m) dal fondo della pista. Sul campo, a 37 piedi (ca. 11,3 m) sono segnate altre due linee, le hog lines.
Gli anelli del bersaglio sono definiti dal loro diametro: 4, 8 e 12 piedi, e si distinguono per il colore.
Vicino al fondo della pista, a cavallo della center line sono poste le hacks, le staffe, utilizzate dai giocatori per avere un punto d’appoggio per il piede in occasione del tiro.
Il curling è giocato da due squadre di quattro componenti ciascuna. Ogni squadra è composta da 4 giocatori + 1 riserva. Il lead è colui che effettua il primo tiro. Il second è un buon puntista, ma anche un buon bocciatore per eliminare le pietre (stone) avversarie più scomode. Al third toccano le giocate più difficili. Il quarto giocatore, lo skip, è il giocatore esperto della squadra, l’allenatore in campo infatti lui decide le tattiche e tira per ultimo.
Ad ogni mano tutti i giocatori lanciano a turno due stones, alternando i componenti delle squadre.
Mentre i primi tre giocatori lanciano le stone, lo skip rimane nella zona della casa per coordinare le strategie di lancio.
Per lanciare una stone il giocatore usa la staffa per darsi una spinta e scivolare verso la hog line. Prima di raggiungere la linea il giocatore deve rilasciare la stone. Se la stone non riesce a superare la hog line più lontana, o supera la black line, viene tolta dal gioco.
Lo scopo è di bocciare le stones avversarie e di piazzare le proprie vicino al tee.
Ma iniziamo la nostra partita di curling:
Il lead effettua il tiro di inizio, chiamato delivery. Per esser valido il delivery deve avvenire entro la hog line. Alternandosi, i due lead tirano entrambe le proprie stone, seguono poi i 4 lanci dei due second e i 4 dei third, mentre ogni end viene concluso dall’alternarsi delle 4 stone lanciate dai due skip
Dopo il delivery entrano in azione gli altri due giocatori. Corrono sul campo di gara (chiamato sheet) precedendo di poche spanne la stone e, con delle scope di crine o panno chiamate broom, ne assecondano la traiettoria e prolungano il momento rotatorio pulendo il tratto di ghiaccio antistante. L’azione di sweeping deve svolgersi in modo ortogonale al senso di direzione, anteriormente a tutta la superficie coperta dallo stone e l’ultimo movimento della scopa deve essere rivolto verso l’esterno. Superata la tee-line lo sweeping è consentito ai soli skip o viceskip. Essi potranno iniziare l’azione solo dopo che lo stone avversario abbia raggiunto tale linea. Per contro, smettendo l’azione di sweeping nell’attimo giusto, si può frenare una stone arrestandola in un punto preciso.
Come nelle bocce, una stone pu&eorave; urtare una stone avversaria e scalzarla dalla sua posizione. Lo skip può quindi chiedere ai compagni un tiro di precisione (draw) per realizzare punti o un tiro di potenza (take out) per spazzar via una stone avversaria scomoda. La tattica può complicarsi in base al punteggio e alla situazione di gioco.
Il punteggio
Il calcolo del punteggio è fatto in base al numero di stone piazzate più vicino al centro della house prima della più vicina stone degli avversari. Solo una squadra può realizzare punti in un end. A ogni squadra sono concessi 73 minuti di gioco per 10 end. Se la partita è in parità, si giocano gli extra end per determinare il vincitore.
La stone è una roccia di granito scozzese tonda (circonferenza di 30 cm, altezza 11,4 cm) e del peso approssimativo di 20 kg (max. 19,958 kg). Nella parte superiore viene applicata una maniglia mentre il fondo è concavo. La superficie di scivolamento di una stone è larga solamente 6-12 mm,
questo permette al pebble (uno spruzzo d’acqua nebulizzata che ghiaccia al contatto con la pista) presente sul ghiaccio di agire sul movimento della pietra.
Durante il lancio la stone subisce una rotazione e successivamente viene rilasciata. Se la maniglia viene fatta ruotare verso il corpo del lanciatore il lancio è detto in-turn, viceversa la rotazione verso l’esterno è detta out-turn. La traiettoria della stone subirà quindi un effetto laterale corrispondente alla rotazione che le è stata impressa, specialmente verso la fine della sua corsa
L’abbigliamento invece le scarpe devono poter frenare e scivolare sul ghiaccio con facilità.
La divisa deve essere calda e comoda, gli indumenti ideali sono una giacca calda, guanti in pelle, berretto e tuta da ginnastica.
E allora buon gioco amici del Bar Frankie