Eppure l’Europa si era data delle regole stringenti che non sono state sufficienti al controllo dei dati. L’inefficienza di Atene pesa, ma i messaggi contraddittori e la mancanza di una strategia chiara da parte dell’Ue ha contribuito a rendere la matassa inestricabile. La soluzione rimane sul filo del rasoio, come sempre da quando sono emersi i suoi guai. Le responsabilità della Grecia sono evidenti. Ma sono gravi i difetti del modo con cui l’Ue ha gestito la crisi.
Rafforzare i controlli garantirà una protezione futura utile a tutti, ma nel frattempo, il caso greco ha messo in risalto che la crisi è cominciata sul terreno delle banche e dal pubblico al privato, trasferendo il debito dello stato sul contribuente. E questo ha spostato la tensione e l’attenzione sui titoli pubblici, è da qui che ha preso il via la questione dello spread.
I titoli pubblici in passato erano la massima garanzia di solidità di uno Stato.
Del resto uno Stato non fallisce! Embhé, fino a un certo punto, vedi Argentina…allora il mercato ha cominciato a guardare ai titoli considerandoli non più tanto sicuri…ed ecco che l’andamento dell’economia scende verso la recessione. Meno economia, meno produzione, che crea una scia di ragioni per cui il debito pubblico diventa un problema comune. E lo spread diventa il termometro dell’affidabilità rispetto alla Germania che è il paese più virtuoso. Si è passati da stress-test permissivi, che consideravano quasi tutti i titoli di Stato non svalutabili, all’obbligo di valutarli ai prezzi stracciati che quota il mercato. Dopodiché non si sa più se il vero problema sia la solvibilità dei governi interessati o quella delle banche creditrici. E il debito pubblico è diventato il protagonista di una crisi difficile da trattare che sta interessando tutti i 17 paesi che hanno adottato l’euro. Stare nell’eurozona necessita di requisiti, come la tripla A. E l’euro invece che uno scudo è diventato un laccio.
Come mai la moneta unica non è riuscita a creare un’omogeneità sui mercati come ci si auspicava? Perché ci ha tradito? Problemi di struttura. E’ mancata una forma d’integrazione fiscale, come è mancata di fatto l’integrazione politica. Il progetto di unione monetaria poteva avere qualche possibilità di riuscita se gli stati aderenti si fossero avviati in un percorso di convergenza, sia dal punto di vista della crescita economica sia da quello dei parametri di finanza pubblica. Invece i paesi si sono avviati in un processo di divergenza, e per lungo tempo tutti sono stati a guardare incuranti del ticchettio di una bomba a orologeria. Si è raggiunto il punto di rottura, e si naviga a vista, crisi dopo crisi, con provvedimenti che non risolvono i problemi di fondo. Problemi che influenzeranno la vita di tutti per decenni a venire.