Non appena conquistata la Bastiglia, gli insorti decisero di decapitare il comandante della fortezza, il marchese Bernard-René Jordan de Launay.
Riunitisi intorno al prigioniero, i rivoltosi non riuscivano tuttavia a decidere a chi sarebbe spettato l’ ”onore” di assassinare il militare, ormai indifeso, finché de Launay non colpì con un calcio (forse inavvertitamente) uno di loro, un cuoco.
A quel punto, la folla dispose che sarebbe toccato a lui il compito di vendicarsi del nobiluomo, vendicando così idealmente anche tutta la popolazione francese. Messagli in mano una sciabola, però, il cuciniere non riusciva a portare a compimento la sua “missione”; la spada non era abbastanza affilata.
Tolto dalla tasca un coltellino che gli serviva in bottega, prese allora a tagliare il capo a de Launay, in modo rapido, preciso e definitivo.
Gli insorti decisero subito dopo di fare irruzione anche in altre carceri della capitale, massacrando prigionieri incolpevoli tra i quali numerosi giovani e adolescenti.
Questo macabro frammento di storia e storiografia dimostra tutta la debolezza delle teorie dietrologiche che vogliono l’uccisione di James Foley (o il modo in cui essa è stata presentata) una montatura, dal momento in cui, secondo i complottisti, sarebbe impossibile decapitare un essere umano con un “semplice” coltello.
Se di montatura si tratta o si vuol discutere, non sarebbe certo quella la prova