Ciao a tutti voi carissimisssssssssssimisssssssssssssssssimi amici miei…!!!
Come state???
Tutto bene???
Anche dalle vostre parti il tempo invoglia parecchio alla nanna??? ^______^
Qui a Sondrio piove da stamattina.
L’unica consolazione, per così dire, è che da domani rimettono bel tempo…!!!
Ne sono felicissimo perchè, anche se non è poi molto tempo che piove, io sono già stufo, anzi di più (!!!), della pioggia…!!! ^_________^
Non sono comunque qui per parlarvi della pioggia…!!!
Anche se l’argomento di questa storiella ben si concilia con le giornate da tempo incerto e piovoso.
Infatti questo tipo di situazione meteorologica concilia, principalmente, due cose: la numero a) l’ho detta all’inizio ed è la nanna; la numero b), non certo meno importante della prima, è la lettura.
E quindi, avrete sicuramente capito che, in questo tardo pomeriggio di mercoledì, il mio blog torna ad occuparsi, e molto volentieri pure (!!!), di libri…!!!
Per la precisione di uno dei libri più belli che abbia mai letto da che sono io…!!! ^_____^
Il libro in questione è un giallo di immensa classe scritto, una volta tanto, da un autore italiano.
Personalmente era dai tempi del “Commissario Ambrosio” che non incontravo un personaggio tanto bello!!!
Spesso e volentieri noi appassionati di gialli andiamo a cercare lontano dalla Patria coloro che possono saziare il nostro appetito ed invece, come nel caso del romanzo in questione, “Occhi chiusi” del bravissimo Giulio Massobrio, ci basterebbe, parafrasando ciò che scrisse il Manzoni parlando del cadavere della novizia, vittima dello scellerato Egidio e della Monaca di Monza, “cercare un po’ più vicino“.
Ed il bello è che noi non dovremmo nemmeno “scavare”…!!!
Questo è un romanzo splendido, scritto in maniera magnifica, e con un protagonista, il Commissario Piazzi, che è, letteralmente, la fine del Mondo…!!!
La storia si svolge ad Alessandria.
E’ una mattina nebbiosa ed ancora alle prime battute quella in cui viene ritrovato, su una panchina nei pressi del Tribunale, il corpo senza vita dell’architetto Cammei.
Il corpo del povero architetto sembra messo in posa: gambe e piedi ordinatamente chiusi, posa impettita e, particolare più meraviglioso e inquietante, occhi chiusi.
Quale assassino mai si premurerebbe di chiudere gli occhi della propria vittima???
A completare il macabro quadretto un cartello appeso al collo della vittima, alla maniera in voga nel Dopoguerra quando sui cartelli veniva scritta la motivazione dell’uccisione, si potrebbe dire “la colpa dell’ucciso”.
Il cartello in questione sembra preannunciare che l’architetto Cammei sarà solamente il primo morto.
Ma primo di cosa???
Quanti omicidi ci saranno ancora???
Queste sono solo alcune delle domande che, fin da subito, cominciano ad assalire il Commissario Piazzi.
A rendere ancora più “scenografico” il “delitto Cammei” vi è l’arma utilizzata: uno stiletto, arma appuntita che provoca una morte praticamente istantanea e con minimissima perdita di sangue.
L’architetto Cammei si rivela già dai primi passi dell’indagine una persona quantomeno ambigua.
Sembra che tutto nella sua vita sia scena.
Innanzitutto la villa nella quale vive.
Qui sono poste in bella vista una serie di statue e di altre opere d’arte di immenso valore, quasi a volere far sapere che l’uomo che abita quelle stanze è, come in realtà è, un uomo benestante.
Poi però, guardando un po’ più in là della facciata, si scoprono particolari che sembrano contrastare con la prima impressione: calzini bucati e biancheria intima sfilacciata nei cassetti.
E dire che, effettivamente, l’architetto Cammei, architetto dell’Alessandria Bene, con svariate conoscenze tra le persone più in vista, è una persona che “se la passa bene” con soldi, molti, sul conto corrente e vari investimenti.
Eppure, ciononostante, la villa sembra solo una facciata.
Il Commissario se ne rende conto constatando che, contrariamente a quanto affermato dalla donna che si reca alla villa due volte la settimana per le pulizie, la quale afferma che, nel tempo libero, l’architetto legge, nella casa non vi erano libri stampata dopo il 1865, a parte codici e libri di preghiere, che non sono certo libri che una persona leggerebbe per proprio diletto, e poi, ulteriore particolare incongruente, gli occhiali poggiati sul tavolo di fianco ai libri sono da miope e l’architetto non era miope.
A complicare ulteriormente il caso si aggiunge la morte, apparentemente, solo apparentemente però, accidentale di un mendicante cieco precipitato dal secondo piano di una casa abbandonata.
Incidente???
Tragica fatalità???
A tutta prima sembrerebbe sennonché anche questa seconda vittima ha gli occhi chiusi e, come dice il Commissario Piazzi, “Nessuno cade ad occhi chiusi. Nemmeno un cieco.“
La vicenda promette altri avvincenti sviluppi!!!
Alle prossime “Storie di Libri” per le ulteriori rivelazioni…!!! ^_____^
Bene…!!!
Ed anche per quest’oggi siamo ormai giunti al momento dei saluti…
Concedetemi ancora solo pochi istanti per poter ringraziare tutte e tutti voi per la pazienza e la cortesissima attenzione che, una volta di più, mi avete voluto dedicare e per potervi dare l’arrivederci alla nostra prossima “Storiella da Blog”…!!! ^______^
Sempre qui tra queste pagine…
E sempre che a voi continui a far piacere seguirmi e leggermi…!!! ^_____^
Per ora vi saluto augurandovi una splendida serata, una serena notte ed un fantasmagorico giovedì…!!! ^_______^
Buona lettura, come sempre, a tutti voi carissimisssssssssssimisssssssssssssimi amici miei…!!! ^_____^
Riccardo