Un’albero centenario dimenticato è il Carrubo, ancora molto presente al Sud e nelle isole. Il suo frutto è stato da sempre usato nella medicina popolare.
La farina di polpa di carruba è utilizzata al posto del cacao per il suo sapore amarostico, non contiene caffeina ed è ricchissima di calcio (3 volte più del cacao). In cucina è ottima per la preparazione di dolci ma c’è chi la utilizza anche per preparare pasta fresca.
La farina di semi di carruba, invece, viene usata come addensante, soprattutto per i gelati e le salse.
Ve ne parlo oggi perchè si è ancora nel pieno dell’influenza, sia gastrointestinale che con raffreddore e tosse, per cui la carruba può tornarci molto utile.
Il primo lo faceva sempre la mia mamma con le carrube secche e, al posto dei semi di lino, ci aggiungeva i chiodi di garofano e l’alloro. La seconda è molto utile per la diarrea nei lattanti e nei bambini.
Decotto espettorante per le prime vie aeree: in un litro di acqua aggiungete 50 g di carruba in polvere, 50 g di fichi secchi e 50 g di semi di lino; filtrate, dolcificate con miele e bevetene 3-4 tazze al giorno.