Un commando di neonazisti di Chrysi Avgy terrorizza i venditori ambulanti nella capitale greca. Applausi dei residenti, torna lo spettro del totalitarismo
Felpe, caschi, moto di grossa cilindrata: una squadriglia di uomini in nero terrorizza gli extracomunitari che gestiscono attività economiche ad Atene. I metodi sono quelli classici dell’intimidazione e della minaccia di mali ingiusti: sembrano essere tornati periodi che avevamo cancellato dalla memoria collettiva, in cui l’ira e la violenza presero il posto della tolleranza e del dialogo.
Il quartiere di Nikea viene preso d’assalto dalla squadra neonazista, pronta a mettere in fuga i commercianti. Quel che più spaventa è però il plauso con cui certi abitanti hanno salutato l’iniziativa dei militanti della destra estrema ellenica, già noti alle cronache per le aggressioni ed i pestaggi delle scorse settimane a Patrasso. Le minacce dei giorni scorsi ai danni dei commercianti, pakistani per la maggior parte, non sembrano aver dato a reazioni di sorta da parte degli extracomunitari coinvolti, ed anche in questo caso l’iniziativa dell’estrema destra greca ha avuto esito fallimentare, avendo come unico effetto quello di ottenere la chiusura dell’esercizio commerciale di un trentaseienne straniero.
E’una situazione da non prendere sotto gamba. Già per giovedì è stata convocata una manifestazione contro le condotte xenofobe del partito di Nikolaos Michalioliakos, mentre i Chrysiavgytes seminano il panico tra gli immigrati e riscuotono il consenso dei greci: sembra un paradosso, ma secondo le fonti alcuni tra i locali non hanno esitato ad applaudire l’azione dimostrativa che il movimento neonazista greco ha rivendicato sul proprio sito internet.
La bandiera del movimento nazionalista greco Χρυσή Αυγή. Peccato che forse i neonazisti greci non siano a conoscenza dell’origine del simbolo e del nome “Meandro”, che prende le mosse da un fiume turco…
Il fenomeno segna una recrudescenza degli aneliti razzisti in Grecia, sicuramente alimentati dal malessere connesso alla crisi economica che distrugge il paese. Sarebbe troppo complesso far capire che le colpe dell’attuale situazione economica sono da attribuire in gran parte ai politici greci di Nea Dimokratia e PASOK, che negli ultimi 30 anni, hanno divorato le finanze pubbliche greche. e che nonostante tutto hanno riottenuto il consenso della maggioranza degli elettori, nella tornata di giugno. Troppo spaventati per saltare il fosso ed affidarsi alle sinistre, i greci: Syriza e KKE non potevano rispondere all’esigenza di sicurezza che il greco medio voleva avere dal governo, ora guidato da Samaras.
Intanto si sbraita contro i diversi, benché le responsabilità siano di altri, fermi al loro posto di comando contro ogni logica.
Ma sarebbe improbabile riuscire a spiegarlo a quella coppia di cittadini greci che qualche giorno fa si sono lasciati andare ad un comizio improvvisato sul bus che da Piazza Omonia porta a Kifissia. “E’ andato tutto a rotoli da quando abbiamo fatto entrare questi sporchi immigrati!” pare che abbia detto. Nessuna voce contro, ma qualche consenso, piuttosto. Compreso quello di un cittadino che ha gridato, all’indirizzo dello straniero il più classico dei “Tornatene al tuo paese!”.
Lo straniero è sceso alla fermata successiva. E con lui, la dignità di un popolo che sta perdendo la testa dietro ai demagoghi che promettono loro del cibo in tempo di carestia.
E nonostante tutto, Alba dorata potrebbe ottenere la vicepresidenza della Voulì, il parlamento greco in cui il partito vicino ai colonnelli ha conquistato ben 18 seggi nelle elezioni del giugno scorso.
Sperando che il partito dei violenti senza cultura non trascini la Grecia nei meandri dell’odio razziale: gli stessi che campeggiano sulle loro bandiere.
E chissà se i duri e puri di Χρυσή Αυγή sanno che quel meandro che portano con tanto orgoglio sulle loro bandiere, prende il nome e le forme da un fiume dell’Anatolia…in Turchia!