La narrazione si basa sulla ricostruzione dell’ultima giornata di vita di Pier Paolo Pasolini, dall’intervista rilasciata a Furio Colombo alla cena con Ninetto Davoli, fino all’incontro con i suoi carnefici a Ostia, la notte del 1° novembre 1975, e al ritrovamento del suo cadavere la mattina seguente.
Per il delitto venne arrestato il 17enne Giuseppe Pelosi, etichettato dai giornali come ‘ragazzo di borgata’, che confessò di aver ucciso Pasolini per sfuggire a delle avance sessuali troppo spinte.
Molti cercarono di fare chiarezza sull’omicidio, tra questi Oriana Fallaci, che sulle pagine de «L’Europeo» scrisse di premeditazione e di un fatto di matrice politica. Ma le sue parole non vennero mai prese in considerazione durante le indagini.
Il volume di Maconi si sofferma sulle varie fasi dell’indagine e sugli interrogatori di Pelosi, detto ‘La rana’. A corredo delle tavole a fumetti anche diversi articoli e scritti di approfondimento, nonché una nutrita bibliografia, che rendono la lettura dell’opera assai interessante. Bella l’introduzione del giornalista Furio Colombo, il quale racconta di quell’ultima intervista concessagli dal Maestro (che avrebbe inaugurato la vita di Tuttolibri, il supplemento de «La Stampa»), intensa al punto da essere ancora terribilmente attuale per i temi trattati.
Dal punto di vista fumettistico si tratta di un racconto ottimamente scritto e illustrato, che indugia con sensibilità e delicatezza sulla figura del Pasolini uomo prima ancora che intellettuale. A chiusura della storia, l’autore attinge da Appunti per un film sull’India, per trovare una metafora sociale alla fine del regista, compiendo una scelta di grande intensità emotiva.
Nel tratto, Gianluca Maconi sceglie uno stile che sembra ispirarsi a due mostri sacri del fumetto italiano come Davide Toffolo e Magnus.
Angela Pansini
Gianluca Maconi, Il delitto Pasolini, BeccoGiallo, 128 pagg. b/n, € 14,00