Il derby dice lazio. per il titolo in quanti?
Creato il 13 novembre 2012 da Bagaidecomm
@BagaideComm
Il turno numero dodici di campionato non poteva che avere tutti i riflettori puntati su Roma. Dimentichiamo per qualche ora ciò che sono le lotte per scudetto (in parte) e salvezza e gettiamoci in quel genere di partite che si astrae da tabelline e numeri e mette in campo orgoglio, passione e tanta (a volte eccessiva) rivalità. Lazio-Roma, appunto. In un Olimpico come sempre da brividi andava in scena il personalissimo amarcord di Zeman, lui che le squadre le ha allenate entrambe e che si vedeva opposto ad una new entry, quel Petkovic che tanto bene sta facendo in questo inizio di stagione sulla sponda biancoceleste. Pronti via e c’è già un colpo di scena: al 4’ la maggior parte dei fari dello stadio si spengono e l’arbitro Rocchi decide di sospendere la contesa per qualche minuto. Alla ripresa non passa nemmeno un giro di orologio che su un calcio d’angolo di Totti Lamela segna con un potente colpo di testa. Gli effetti speciali sono, però, appena cominciati. Verso la metà del primo tempo sullo stadio comincia un acquazzone di fantozziana memoria che trasforma il terreno in un pantano. Tecnica e fraseggio ne risentono, non di certo ciò che gli argentini chiamano la “garra”, la grinta. La Roma ha la colpa di arretrare il baricentro di parecchi metri, pressing e ripartenze si fanno sempre meno frequenti. La Lazio ne approfitta in parte, perché per il pari c’è bisogno di un’ingenuità del portiere giallorosso Goicoechea (preferito, a dir di Zeman, perché dà più sicurezza coi piedi alla squadra…) che tenta di respingere in maniera goffa un bolide di Candreva direttamente da calcio piazzato. Lupa tramortita ed impallinata pochi minuti dopo dal redivivo Miro Klose che sfrutta come solo lui sa fare una dormita colossale dei due centrali romanisti: 2-1 e Roma ribaltata. Non solo, a mettere in discesa il derby ci ha pensato poi Daniele De Rossi che con un pugno sconsiderato al laziale Mauri decide di lasciare i suoi in inferiorità numerica. Ennesimo gesto di un “Capitan Futuro” che proprio nei derby sembra perdere la trebisonda. In apertura di secondo tempo, su gentil concessione di Piris, Mauri non si fa pregare, 3-1. L’eurogol di Pijanic che batte Marchetti da distanza siderale rende meno amaro lo score, ma aumenta i rimpianti di ciò che poteva essere con un po’ più di attenzione.3-2 il finale. Il posticipo della domenica vedeva poi la brillante Inter andare in quel di Bergamo per tenere il fiato sul collo di una Juve che, dopo il k.o. proprio contro i nerazzurri, aveva ricominciato a marciare imperterrita la sera prima in quel di Pescara, passeggiando sulla squadra di Stroppa con il perentorio risultato di 1-6. L’Atalanta a sorpresa riesce ad imporsi con una partita generosa. Lavorando sulla serata no della difesa interista (le assenze di Samuel e Ranocchia si fanno sentire) e sulla poca verve di Cassano e Milito. Passano in vantaggio gli atalantini con un bel colpo di testa di Giacomo Bonaventura (uno dei migliori prospetti futuri di questa serie A), pareggia Guarin (con una bomba dal limite dell’area), decide “el tanque” Denis prima con un tap-in su assist di Maxi Moralez e poi su rigore sempre procurato da quest’ultimo. Vano il 3-2 di Palacio a 5’ dal termine. Atalanta a cui diamo il premio di squadra della settimana. Non ride nemmeno l’altra sponda di Milano. Il Milan si fa annichilire da una buona Fiorentina (1-3). Non sappiamo se siano stati profetici i complimenti di Galliani a Montella, fatto sta che la Viola arriva a San Siro con un piglio arrembante e più “cattivo” rispetto a rossoneri. La descrizione della partita può essere rintracciata nelle due dormite generali sui gol di Aquilani e Borja Valero, con una difesa che rasenta la superficialità. Ci si mette anche Pato, che manda alle stelle il possibile pari su calcio di rigore e non serve nemmeno un generoso secondo tempo con gol di Pazzini a fermare l’onta degli ospiti che vanno vicini al gol con Cassani e poi lo realizzano con El Hamdaoui (bel tiro sotto l’incrocio). Per Allegri diventa un vero e proprio bivio la partita di settimana prossima contro il Napoli al San Paolo.Partenopei vincenti in quel di Genova in rimonta (2-4 al Genoa), un sollievo per Mazzarri. Male pure l’altra squadra della città ligure: la Sampdoria, infatti, perde mostrando numerose crepe caratteriali, contro un Palermo che trova nel piccolo talento argentino di Dybala l’antidoto per risalire la china. Vince pure il Torino sul Bologna per 1-0. Pari 2-2 tra Chievo e Udinese in una sorta di botta e risposta continuo. Pareggiano per 0-0 Parma e Siena e Cagliari-Catania (questo match sarebbe stato utile a chi ha problemi d’insonnia, letteralmente da sbadigli). In Prima divisione rimarchiamo il risultato del Como che pareggia con retrogusto amaro in casa contro il Trapani che trova la marcatura che sigilla il punteggio finale al 95’ su calcio di rigore. Ecco il tabellino: COMO-TRAPANI 2-2 MARCATORI: Mancosu (T) 11’ p.t. , Lisi ( C ) 41’ p.t. , Donnarumma ( C ) 38’ s.t. , Basso (T) su rig. 50’ s.t.
Sebastiano Paterniti