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Il destino di una famiglia e della parola scritta nel romanzo corale di Alessandra Lavagnino

Creato il 10 aprile 2014 da Lucia Savoia
Il destino di una famiglia e della parola scritta nel romanzo corale di Alessandra Lavagnino




Le bibliotecarie di Alessandria di Alessandra Lavagnino, presenta una dedica particolare: "All'Ordine Alfabetico, grande e glorioso organismo in via d'estinzione"; dalla lettura di queste righe non può non derivare un'impellente curiosità per quello che sarà il contenuto di questo romanzo tenero ma forte.
L'autrice narra la storia dei suoi antenati, una storia che si dipana tra l'Egitto, Napoli, la Sicilia e Roma seguendo un unico filo conduttore: l'amore per la parola scritta, ultimo ed unico baluardo di dignità contro gli orrori della guerra e della distruzione.
Il destino di una famiglia e della parola scritta nel romanzo corale di Alessandra LavagninoIl susseguirsi di personaggi e l'intrecciarsi dei loro destini segna il ritmo di queste pagine in cui l'autrice presta la voce alla protagonista Adriana che, immersa in quelle vicende di un passato a lei sconosciuto, è in grado di farle rivivere attraverso una vasta gamma di colori, immagini e volti.
Il nonno di Adriana, il patriarca, è Tommaso Canterno, uomo tenace che ha rinunciato al destino di proprietario terriero per diventare professore.
Ottenuta la cattedra di latino ad Alessandria d'Egitto (nella cui vasta comunità d'italiani spicca il nome di Giuseppe Ungaretti), egli impronterà l'interesse e la dedizione della famiglia alla cultura e alle lingue straniere.
La vita di questi personaggi, così abilmente definiti in tutte le loro sfaccettature, si dipana davanti ai nostri occhi come un film in cui nessun dettaglio è lasciato al caso; gli odori delle città, i mercatini dell'usato, i libri e dizionari che invadono le case sono tutti particolari funzionali alla storia.
Il destino di una famiglia e della parola scritta nel romanzo corale di Alessandra LavagninoLavagnino racconta con raffinata semplicità le complicità e le competizioni che inevitabilmente convivono all'interno di ogni nucleo familiare; così Margherita, la zia ormai anziana di Adriana, convive con un senso di angoscia (alimentato da un episodio di violenza) e d'inferiorità nei confronti della sorella Marta, bella ed intelligente bibliotecaria, la quale a sua volta non fa altro che temere il confronto con la spocchiosa suocera marchesa.
Sullo sfondo, le vicende storiche si susseguono fino ad arrivare all'ascesa e all' affermazione del regime fascista che licenzierà il professor Canterno reo di non aver prestato giuramento al partito e constringerà Marta ed il primo marito Enrico a mettere in salvo, rispettivamente, le "cinquecentine" della Nazionale di Palermo ed importanti opere d'arte di Palazzo Venezia.
Quando, in chiusura di romanzo, la zia Margherita racconta ad Adriana che il papà Tommaso le è apparso in sogno come "Cavaliere dell'Ordine Alfabetico", si avverte quella soddisfazione tipica di chi si è appena congedato da un romanzo in grado di appassionare e di mostrare un'altra sfaccettatura della realtà.
In un'epoca in cui tutto è fugace, tutto è liquido, la conservazione del patrimonio della parola scritta rappresenta l'impegno più importante e decisivo dell'uomo per ricordare la propria storia e la propria civiltà.Articolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.

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