Per chi non lo sapesse il cinema egiziano è uno dei più vecchi al mondo. La prima proiezione cinematografica in assoluto fu presentata nel dicembre del 1895 a Parigi e solo un anno più tardi, il cinema sbarcava anche in Egitto, nel novembre del 1896.
Ho deciso di parlare del film “Il Destino” per due motivi. Il primo perché ritengo sia uno dei classici del cinema egiziano e in quanto tale merita veramente di essere visto ed è uno dei pochi film egiziani che hanno il doppiaggio in italiano.
Di per sé è un film che racchiude tanti significati e soprattutto contenuti applicabili a tutta l’umanità. Il secondo motivo è perché ritengo che il protagonista Avveroè, uno dei pensatori più moderati, razionali e interessanti del pensiero arabo islamico, sia un personaggio di estrema attualità, uno dei grandi colossi della cultura arabo islamica e sopratutto perché rappresenta un grande ponte di conoscenza e di congiunzione tra i due mondi, il mondo occidentale e il mondo arabo-islamico.
Quest’opera cinematografica appunto parla di Ibn Ruchd, meglio noto in occidente col suo nome latinizzato di Avveroè. Avveroè fu un filosofo, medico, matematico e giurista arabo dell’ Andalusia, che Visse nel XII secolo .
Il film è ambientato a Cordova, nella Spagna araba del 1195, dove il califfo Al-Mansour cerca di mediare la furia degli integralisti che
È lui il perno del film, che attraverso vicende e personaggi di secoli fa, ci permette di comprendere il nesso tra i problemi ed i fanatismi di allora e i quelli soprattutto religiosi che ci troviamo a discutere e a vivere oggi.
I temi affrontati, come abbiamo già detto, sono appunto di estrema attualità. Attraverso la narrazione delle vicende di Avveroè, il regista vuole mettere in luce, quel paradosso tra progresso scientifico, saggezza e quindi tolleranza da una parte e il fanatismo fondamentalista religioso dall’altra, che, figlio della mera ignoranza, diventa funzionale ad un preciso scopo, quello del Potere politico fine a se stesso.
Ecco che troviamo persone che servendosi della religione arrivano ad attivare meccanismi di pura ipocrisia solamente per interessi economici e politici. Ci parla dell’estremismo, di come chi promuove questo tipo di fanatismo ai limiti della violenza riesca a “svuotare” e di conseguenza indottrinare, servendosi di “guerrieri asserviti “, giovani di diversi ceti e con diversi vissuti alle spalle.
Un altro tema importante che tratta Yusuf Shahin è quello del valore della conoscenza apprezzata e divulgata dall’Andalusia a qualsiasi altra parte del mondo a prescindere dal credo, dalla provenienza o dalla destinazione.
Sappiamo che il pensiero di Avveroè ha contribuito fortemente alla storia della filosofia, del sapere e della cultura sia araba che occidentale anche per le sue traduzioni e i suoi commenti su Aristotele. Senza le traduzioni di Avveroè, il grande filosofo greco sarebbe stato pressoché dimenticato. Inoltre il pensatore e filosofo arabo è ricordato anche per gli enormi contributi dati nel campo dell’astronomia, della medicina e della fisica.
Oggi come mai l’attualità di Avveroè si fa più viva e credo che debba essere profondamente rivista e riposizionata nell’ambito della cultura islamica vera e propria. E anche per questo merita di essere guardato per darci spunti sui quali riflettere.
Written by Amani Salama