Che cosa eccita di più il cacciatore se non l’odore della preda che sfuggitali si nasconde nella sua tana. Che cosa stimola l’istinto di un uomo quando si sente burlato da colei che aveva deriso?
Lo avevano sempre chiamato “il boss”, l’uomo che come diceva lui si era “eretto” da sé. Alto e dall’aspetto imponente, si ostinava a vestirsi come un giovanotto e nonostante avesse superato la da un pezzo la sessantina, ostentava il suo fisico asciutto merito di anni di palestra e come soleva ribadire dal tanto sano sesso quotidiano. Dalla voce alta e la parlata sciolta quanto scurrile, infarciva i suoi discorsi mischiando tiritere in latino a italianissime volgarità. Sin dall’inizio e cioè da quando Lucy era arrivata a lavorare in quell’ufficio, “il boss” aveva preso sotto tiro la povera ragazza vessandola ogni volta ne avesse avuto la possibilità, tanto da portarla sull’orlo di una crisi di nervi, tutto durò sino a quando quel batuffolo bagnato finalmente prese coscienza di sé.
Lucy aspettò un bel po’ prima di risponde alla chiama del boss tanto che quest’ultimo dovette chiamarla per ben altre due volte prima che la ragazza si decidesse di rispondere. “Vieni qui”fu il suo perentorio comando, la ragazza ingenuamente si guardò attorno, poi con fare malizioso disse con foce ferma “dici a me”?
La logica maschile è come l’acqua che sgorga da una fonte e sai che è bagnata. Lui le fece cenno di sedersi e lei si sedette ma nel farlo “distrattamente” scostò la sedia dalla scrivania in modo che il boss potesse assaporarsi lo spettacolo che stava mettendo in scena, lentamente accavallò le gambe facendo sì che la minigonna le mostrasse in tutto il loro splendore e lasciandole nude allo sguardo di chi osservava. Lucy si sentì gli occhi del boss appiccicati addosso che le stavano frugando dappertutto, lei approfittò dell’occasione per assestare un altro colpo all’albero che stava per cedere, facendo finta di sistemarsi una scarpa si chinò a tal punto che le scollatura della sua maglia a mostrasse i suoi seni nudi, la ragazza quando rialzò la testa di scatto, ebbe anche il tempo di assaporare quell’espressione ebete che di solito hanno gli uomini quando vedono uno spettacolo simile.
Quindi andò avanti, lasciò che il boss proseguisse nel suo corteggiamento, lasciò anche che le sue mani si posassero sulle spalle e sulle gambe, sentì attorno a sé quell’aria di eccitazione che c’è quando il cacciatore pensa di aver ucciso la preda e ne pregusta il trionfo, ma i giochi erano ben lungi dall’essere fatti.
Accettò anche l’invito a cena e decise che quello era il momento, di chiudere la partita forse in modo definitivo.