Qualche mese fa la scrittrice Patrizia Ferrando mi ha contattata per chiedermi dove si trovasse nel Cimitero Monumentale di Torino la tomba della famiglia Tornielli di Crestvolant, su cui stava scrivendo un libro (“Il diario segreto della Contessa”, edito da Litho Commerciale).
A questa domanda la cercatrice di tombe che è in me si è risvegliata: non avevo idea di quale tomba si trattasse, ma ho fatto mia la missione e scovarla è stato semplice. I Tornielli di Crestvolant sono una famiglia di conti ed è molto probabile che al Monumentale le tombe dei nobili siano sotto le arcate delle ampliazioni storiche… infatti è lì che ho trovato la loro: sotto l’arcata principale che dal Campo Primitivo immette nella I ampliazione.
Palazzo Tornielli di Crestvolant (a sinistra), in Corso Vittorio Emanuele II a Torino. Fu abbattuto nel 1959.
“Il diario segreto della Contessa” ha per protagonista Teresa Cordero di Montezemolo (Mondovì, 20/4/1851 – Torino, 10/7/1933), moglie del conte Celestino Tornielli di Crestvolant (1836 – 1913). Patrizia Ferrando ha avuto tra le mani il diario autentico della contessa e, sulla base di questo prezioso documento scritto tra 1885 e 1926, nel suo libro fa rivivere le vicende private di questa famiglia e gli eventi mondani della Torino della Belle Époque.
I Tornielli vivevano a Torino nella cosiddetta “Casa Inglese”: l’unico palazzo torinese in stile Tudor, costruito nel 1870 su progetto di G. B. Ferrante e purtroppo abbattuto nel 1959.
Teresa fu la seconda moglie di “Cel”, così lo chiamava lei. Dal primo matrimonio del conte con la bellissima Walburga del Carretto di Moncrivello nacquero Costanza, Carlo Alberto, Manfredo, Vittorio e Aleramo. Cinque figli ebbero anche Teresa e Cel: Massimiliano, Gabriella, Federico, Carlo e Annibale. Tutti quanti, tranne Walburga, sono riuniti al Monumentale nella loro ultima dimora decorata da un mosaico con la Resurrezione di Gesù.
Mosaico con lo stemma araldico dei Tornielli di Crestvolant, Cimitero Monumentale di Torino.
Amo visitare i cimiteri perché, quando ho voglia di una storia nuova, lì trovo tutto quello che mi serve. La ricostruzione di una vita o la restituzione di un volto a un semplice nome inciso su una lapide sono per me come delle cacce al tesoro. Questa volta la cacciatrice è stata Patrizia. Ha tolto la polvere e le ragnatele del tempo per restituirci vivida e brillante una Torino scomparsa, ma soprattutto la vita di una donna (e della sua famiglia) che quella Torino l’ha vissuta davvero.
Che dire ancora? Vi lascio al commento dell’autrice e vi auguro una buona lettura con “Il diario segreto della Contessa”.
Palazzo Tornielli (a sinistra) fu anche la residenza delle Dame del Cenacolo.
“Il diario segreto della Contessa” è- se può passarsi l’espressione- un romanzo non romanzo: ho cercato, infatti, di entrare fra le pagine autografe di Teresa Tornielli di Crestvolant con gli occhi della ricostruzione storica ma prima di tutto dell’empatia, ma, nello stesso tempo, ho narrato la vicenda in terza persona, lasciando in corsivo solo alcune frasi trascritte dal diario che ho tradotto dal francese, senza voler creare una voce narrante fasulla.
La volontà di provare a scrivere un libro partendo dal cahier dove la contessa annotava pensieri, gioie e preoccupazioni, per me è nata successivamente alla naturale curiosità verso uno scrigno di memorie venuto dall’aristocrazia piemontese di fine ottocento; tra le righe prende forma il percorso personale di una donna, con tutte le caratteristiche e le contraddizioni del suo tempo, ma anche con una notevole gamma di sentimenti e un cammino di crescita, a mio avviso, meritevoli di essere raccontati.
Posso aggiungere un grazie alla Civetta di Torino, che in base a poche indicazioni mi ha aiutata in brevissimo tempo a saperne di più sulla tomba dei Tornielli al Monumentale di Torino?
(Patrizia Ferrando è nata a Genova nel 1974 e vive ad Arquata Scrivia. Giornalista pubblicista, studi classici e di storia dell’arte, collabora a riviste femminili e blog dedicati a libri e decorazione d’interni. I suoi luoghi preferiti sono librerie, mercatini, dimore eccentriche e botteghe insolite: nel 2013 ha pubblicato “Sui passi dell’estate perduta”, saggio dedicato ai villini belle epoque in Valle Scrivia e alla vita che vi si conduceva.)
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