Luci ed ombre di Torino
Se c'è la luce ci dev'essere anche il buio, le ombre esistono proprio perché c'è il sole, e la stessa altura può essere salita o discesa a seconda del verso con cui la si affronta.L'anima di Torino è uno yin & yang in equilibrio sulla duplicità che fa muovere il mondo, fra demoni e santi, magia nera e magia bianca.C'è un flusso di energia che scivola, corre attraverso la sua spina dorsale, e che si muove cambiando, fino a diventare l'esatto contrario di se stesso, eppure mantenendo la stessa natura - come uno specchio che riflette al contrario, come un'inversione dell'ordine delle lettere che cambia il senso di una parola.Parte come luce, bianca, pura ed eterea, dai piedi della collina, dalla Chiesa della Gran Madre, considerato il polo dell'energia positiva della città; scivola verso il mistero, capisce che per conoscere deve contaminarsi d’ombra, trova il suo equilibrio sospesa fra le braccia dei Dioscuri in Piazza Castello - ed infine, in Piazza Statuto, dall’ombra si lascia sedurre, immergendosi completamente nelle sue ossessioni e nei suoi batticuori.Monumento ai Caduti del Frejus, Piazza Statuto (Torino)
Piazza Statuto è dove tramonta il sole, è vicina a quel Rondò dla Forca dove per secoli il boia ha compiuto il suo mestiere, confina con l’antica necropoli che si estendeva fra l’attuale via Cibrario e corso Francia - ed è considerata il polo dell’energia nera della città.Quale fra questi elementi sia conseguenza ed effetto dell’altro, chi lo sa.Le ombre invisibili che ribollono in Piazza Statuto sono sormontate dal cumulo piramidale di rocce del Monumento ai Caduti del FrejusIl Monumento celebra la realizzazione del traforo ferroviario che collega l’Italia con la Francia e che fu realizzato nel 1870 con una complessità tecnica che comportò un alto grado di rischio - tanto che, fra i quasi 4000 operai che vi lavoravano, 48 persero la vita.Sulla piramide di rocce arrancano sfinite, sconfitte marmoree figure maschili: sono i Titani? O sono i caduti?In cima, lui.Ma il pentacolo in realtà è un simbolo esoterico ambivalente, che cambia significato a seconda del contesto - proprio come ambivalente è la natura di Torino: non richiama il Male, ma il collegamento fra il microcosmo ed il macrocosmo, l’uomo e l’universo, gli elementi base del creato, Terra, Aria, Acqua, Fuoco e Spirito, ciascuno posto a brillare su una punta della stella per consentire alla scienza di svelarne i segreti, al sapere umano di progredire.E allora, forse, il flusso di energia che scorre nel centro di Torino, e che passa dalla luce della Gran Madre all’ombra di Piazza Statuto, non si incarna in un Angelo caduto, ma nel perpetuo, secolare dualismo fra Fede e Scienza: la Fede della statua cieca che regge il calice sul sagrato della Gran Madre, e la Scienza del genio alato che si eleva sopra i detriti rocciosi della Piazza.Chissà quale delle due è la luce e quale l’ombra.Forse lo sono entrambe, in base a come le si guarda.A volte il Bene ed il Male dipendono da che parte ci si trova.
E da dove si sceglie di essere...Serena Chiarle