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Il diavolo in chiesa. Confessioni senza peli sulla lingua – di Iannozzi Giuseppe

Creato il 16 ottobre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

In diavolo in chiesa

Confessioni senza peli sulla lingua

contenuti espliciti

di Iannozzi Giuseppe

Il diavolo in chiesa. Confessioni senza peli sulla lingua – di Iannozzi Giuseppe
Morto che parla

- Padre, mi perdoni, ho peccato.
- Perdonarti? Senti figliolo, solo Dio perdona.
- E Dio dove lo posso trovare se non qui in Chiesa?
- Figliolo, ti sbagli di grosso: se c’è un posto che Dio non frequenta è proprio la Chiesa.
- E perché mai?
- Che vuoi che ne sappia! Manie da VIP.
- Ma Lei se la sarà fatta un’idea…
- Circolano certe voci… pare che abbia detto che questo è un postaccio… che le panche di legno gli fanno male al sedere… alle emorroidi e alla prostrata… Cose di questo genere. In fondo bisogno capirlo, ha la sua bell’età…
- Sì, ma non è questo il modo di comportarsi… uno lo adora per tutta la vita nei secoli dei secoli e quello bello bello un giorno si sveglia con la luna storta e lascia baracca e burattini al loro destino. Son cose che non si fanno…
- Comunque c’è Lei, Don…
- Se Dio è morto e Marx pure, come dite voi dannati comunisti, anche il parroco è morto.
- Oddio, il morto che parla…!!!
- Senti, figliolo, non fare lo spiritoso…
- Ma quale spirito e spirito… Mi dice che Dio è morto, che per lui la Chiesa è un postaccio, che non mi confessa…
- Figliolo, siamo sempre nella casa di Dio…
- Ma quale casa e casa… Lei è morto, Dio è morto, Marx è morto, non c’è un cane qui e lei mi viene a dire… ma mi faccia il piacere! Qui tempo due giorni e si riempie come un uovo di puttane protettori e spacciatori che è una bellezza… altro che ostie della Madonna…
- Figliolo, non mi far perdere la pazienza.
- La fede?
- Esatto. Quando ti applichi capisci bene, bravo.
- Amen. Ho capito. Sloggio.
- Ricordati di lasciare l’elemosina prima di lasciare questo luogo sacro.
- Cosa???
- La mancia.
- Senta Don, lei ha forse raccolto la mia confessione? No.
- E che c’entra? L’elemosina si lascia sempre in ogni caso.
- Lei mente sapendo di mentire. Se in Chiesa Dio non ci sta, a chi diavolo la dovrei lasciare l’elemosina?
- Tu, figliolo, mi stai facendo veramente incazzare…
- Pure i morti s’incazzano mo’. Non mi faccia ridere, Don.
- Io sono buono e caro, ma se c’è una cosa che non tollero è l’avarizia. Non la tollero, per niente. Quando vedo uno spilorcio mi vien voglia di torcergli il collo…
- Don, io il pizzo a Lei non lo pago. Lei non m’ha confessato… Dio è latitante, poco ma sicuro, in qualche postribolo a sbattersi come un dannato… e io dovrei pagare a Lei il pizzo? Ma siamo pazzi o cosa?
- Avanti, spara.
- Don, ne è sicuro?
- Sicuro come la morte. Non volevi che ti confessassi? Confessati. Spara. Forza! Basta che fai in fretta… e poi l’obolo…
- Dunque Don, è che a me i preti non mi sono mai andati giù, mi sono sempre stati sullo stomaco…
- La confessione!!!
- E’ questa la confessione, Don.
- Bene. Non è proprio quello che… lasciamo perdere… ego te absolvo…
- Non ho ancora finito.
- No???
- No. Don, quante avemarie dovrebbe dire un assassino?
- Be’, così su due piedi non saprei… Un assassino incallito o un assassino occasionale?
- Occasionale.
- Certo, ammazzare è peccato.
- Quindi?
- Diciamo 20 avemarie, un paternostro… e una donazione alla Santa Madre Chiesa in una misura non inferiore ai 50 Euri, tondi tondi… 50 perché siamo in periodo di crisi e anche i fedeli se la passano male, ma la Chiesa sempre di più…
- Più male dei fedeli?
- Certo, Figliolo.
- 50 Euri non sono pochi di questi tempi.
- E’ il minimo.
- Se lo dice Lei che è morto, ci credo… Bang, bang, bang… !!!

Dio è ovunque!

- Padre, temo per la mia anima.
- Tutti noi, figliolo.
- Il mio caso è grave, più grave…
- Spiegati. Sei qui per questo o no?
- Certo.
- Coraggio, Dio è con noi sempre.
- Sempre? Anche adesso?
- Dio sì.
- Bene. Allora Padre caro, deve sapere che sono stato violentato. Non è facile da dire.
- Così grande e grosso!
- No, non adesso… quand’ero un soldino di cacio e andavo al catechismo…
- E…?
- C’era uno che… be’, la storia è la solita, per cui gliela faccio corta… questo prete mi ha costretto a fargli certe cose…
- Come?
- Tipo prendergli il campanello in mano o in bocca, tirarmi già i pantaloni per ficcarci dentro il suo batacchio… le solite cose sporche, Padre.
- Bene, ma non capisco…
- E’ che Dio se n’è infischiato quando quel pretaccio me lo ficcava in quel posto, questo non può che significare una cosa sola e cioè che Dio non è sempre con noi in ogni posto.
- E’ questo che ti tormenta?
- Adesso non più, Padre. Ho fede che Dio non si curerà mai di me, nemmeno dopo che le avrò cacciato una pallottola in quella cazzo di testa che si ritrova. Preghi, caro Padre, preghi… Dio non fermerà la mia mano.

La moglie fedifraga

- Mia moglie mi tradisce.
- Figliolo, è lei che pecca, non tu.
- Padre, io ho bisogno di sfogarmi…
- Sì, d’accordo, però qui ci si confessa… se hai bisogno di sfogarti ci sono i consultori familiari, gli psicologi…
- Padre, sono Attila, in paese mi chiamano tutti così.
- Ah…!!!
- Mi chiamano così perché ho una verga enorme.
- …quaranta e passa centimetri ho sentito dire…
- Esatto. E mia moglie mi tradisce.
- Sì, ma tu non l’hai tradita.
- Mai e poi mai. Lei è tutta la mia vita, non ho occhi che per lei. La prima cosa quando torno dai campi è di sbattermela per dimostrarle quanto è duro il mio amore per lei. E lei mi tradisce.
- Forse non le piace che tu…
- Le piace, le piace eccome. E’ che è malata, è una mezza ninfomane. E qualcuno si è approfittato di questa sua piccola debolezza. E io non ho pace.
- Figliolo, non so che dirti…
- Padre, sono qui da lei perché io conosco il tipaccio che si approfitta del buon cuore di mia moglie. Ecco perché sono qui da lei.
- Non… non capisco…
- Padre, esce con le sue gambe da quel diavolo di confessionale o vengo io dentro?
- Non puoi, è vietato.
- Anche mia moglie è vietata, ma questo dettaglio per lei, Padre, non era importante quando se la sbatteva proprio nel confessionale dove ora sta rintanato, porco diavolo!
- Possiamo parlarne con calma…
- Facciamo che questa volta ci vengo io con lei nel confessionale, Padre.
- Che vuoi…?
- E’ stata una dura giornata di lavoro e non sono ancora passato da casa, ho bisogno di sfogarmi.
- Sì, ma io…
- Padre, ho detto che ho bisogno di sfogarmi.
- Non puoi malmenare un uomo di Chiesa. Non puoi!
- Non voglio prenderla a cazzotti.
- No?!
- Voglio fare a lei quello che lei uomo di Chiesa ha fatto con mia moglie, niente di più niente di meno.
- Oddio santo!
- Padre, inutile che stringa le chiappe… si rilassi invece… e con l’aiuto del buon Dio forse non sentirà poi troppo male… ma non ci giurerei.

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