Già da tempo è nota la faccenda che le ostie consacrate per la comunione che siano del tutto prive di glutine non sono ritenute valide per la celebrazione della eucaristia. Quindi le persone affette da celiachia, le quali devono tassativamente astenersi dal mangiare alimenti che contengono glutine, rischiano molto se fanno la comunione. Ci sarebbero delle ostie speciali, dice l’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana, che contengono una quantità di glutine ridottissima che non apporterebbe danni alle persone. Ma ti fideresti tu? E se chi maneggia le ostie tocca prima quelle normali e poi quelle speciali contaminandole? E comunque sono molto difficili da reperire. Dicono sempre quelli della CEI che si possono comunicare i celiaci al solo calice, ma osservano che ciò presenta gravi difficoltà per gli astemi e i bambini.
In attesa di una parola definitiva e rassicurante sull’argomento, apprendiamo di un alto pericolo dietro l’angolo per i fedeli. La questione viene sollevata da uno Scienziato tedesco con un articolo pubblicato sulla rivista Hygiene & Medizin. Questo signore, consapevole di quanto siano pericolose le infezioni ospedaliere, si è fatto venire l’uzzolo di analizzare l’acqua santa presente nelle cappelle degli ospedali e ha evidenziato, alla luce della conta dei microbi e dello spettro di batteri rinvenuti nell’acqua santa, che anch’essa può rappresentare un veicolo di diffusione di malattie.
È un argomento serio e degno di riflessione, visto che è in ballo la salute delle persone, ma c’è un aspetto comico che non possiamo non portare alla vostra attenzione: nel titolo dell’articolo viene usato il termine nosocomical invece che nosocomial per ospedaliero.