Il diavolo tutto il tempo: i 10 migliori gialli dell’anno

Creato il 13 maggio 2013 da Tiziana Zita @Cletterarie

Se la letteratura apre la porta al mistero, il giallo lo risolve. Parola di Henry James. La rivista Lire ha scelto i dieci migliori gialli, usciti tra l’estate 2012 e la primavera 2013. Ve li segnalo anche se alcuni non stati (ancora?) pubblicati in Italia. Eccoli qua! 

Frank Bill, un perfetto sconosciuto che vive nell’Indiana del sud, esordisce con una raccolta di racconti. Sentite cosa pensa di lui lo scrittore Donald Ray Pollock: “Ma da dove diavolo è uscito questo? Carbura a tutta birra e picchia forte, fortissimo, e vi lascia rintronati come se aveste preso una mazzata in testa dopo aver sniffato l’acido della batteria”. Il titolo della raccolta è Crimes in Southern Indiana (crimini nell’Indiana del sud) ed è dedicato alla moglie Jennifer. L’azione comincia con Trident e suo fratello maggiore Darnel che spacciano droga. Quando due imprudenti dilettanti cercano di fregarli, Trident tira fuori la sua Colt 45 per insegnar loro le buone maniere. Able Kirby ne esce con spalle, petto e pancia perforati, ma come piangere un tipo che ha dato fuoco alla casa del padre per prendere i soldi dell’assicurazione, ucciso un cane per una questione di debiti, sfondato un cranio con un martello e venduto la figlia di 14 anni al clan rivale affinché si prostituisca e gli porti i soldi? Fortunatamente la giovane Audry ha delle risorse. Sa sbrigarsela quando si ritrova tra braghe di Melvin che puzzano quanto “della carne marcia rimasta tre giorni fuori a quaranta gradi”. Poi c’è Deets Merritt che ha capito che non si scappa “né all’ombra del passato, né ai sensi di colpa” e sua moglie Elizabeth che trancia il collo ai polli e così via. Insomma questi racconti sono brutali, sanguinari e neri. Se ne esce con la testa piena di rumori e furore. Frank Bill è stato paragonato a Cormac McCarthy e a Daniel Woodrell. Purtroppo in Italia il suo libro non c’è. Affrettatevi editori!

Secondo romanzo della scrittrice Dolores Redondo, Il guardiano invisibile, si svolge nei Paesi Baschi, da cui è originaria la scrittrice. In un paese della Navarra si trova il cadavere di una ragazza, seconda vittima di quello che la stampa non ha ancora soprannominato il basajaun. Altre donne verranno trovate col pube rasato e le mani in attitudine virginale. Ulteriori particolari sono i vestiti strappati, i peli d’animali e delle impronte che non sembrano umane. Svolge le indagini l’ispettrice Amaia Salazar che è a capo della squadra locale e che nasconde un trauma famigliare. Rapidamente gli omicidi si susseguono e portano la poliziotta nel villaggio di cui è originaria. E’ a questo punto che l’intrigo decolla mentre scopriamo qualcosa del passato dell’ispettrice. L’autrice eccelle nell’alternare leggende ancestrali e tecniche d’inchiesta moderne, traumi famigliari e credenze oscure. Il basajaun, figura mitologica basca, signore della foresta con un enorme peluria, è un dei personaggi principali.

Calum MacLean è un assassino professionista free lance. “Maniaco, solitario e ambizioso, non ama gli spargimenti di sangue, i drammi psicologici, le crisi di nervi e le sirene della polizia”. Procede con metodo: pedinamenti e attenta osservazione delle abitudini della vittima sono tecniche che gli hanno sempre permesso di farla franca. Ma anche i migliori metodi hanno i loro punti deboli e quando uccide Lewis Winter, uno spacciatore qualunque, si ritrova in guai che non aveva previsto. Lo scrittore scozzese Malcolm Mackay vive a Stornoway, nella remota Isola di Lewis, a nord ovest della Scozia. The necessary Death of Lewis Winter (la morte obbligata di Lewis Winter), suo primo romanzo e primo volume di una trilogia, è ambientato nella città di Glasgow. Il lettore viene proiettato sia nella testa dell’assassino, che in quella di Zara, la compagna della vittima. Gli ingranaggi girano intorno all’assassino zen, la ragazza isterica e il losco poliziotto che indaga. Il libro è anche un ottimo manuale per killer in formazione, ma in Italia ancora non c’è!

Tornano “I re del cool” (The Kings of Cool), titolo italiano I re del mondo. Il trio sexy alla Jules e Jim, partorito da Don Winslow in Le belve (Savages), è composto da Chon, membro delle Forze speciali col dito sempre pronto sul grilleto; Ben, esperto di botanica e partigiano della non violenza; e Ophelia, detta O, graziosa ragazza dalle tendenze ninfomani. I tre coltivano la miglior marijuana degli Stati Uniti e devono difendere la loro piccola azienda dai baroni della droga. Nel romanzo c’è un flash-back negli anni Sessanta, in piena “Summer of love”, quando serfisti e hippies colonizzavano allegramente le spiagge della Laguna Beach. Si dormiva nelle grotte, si trombava liberamente e si viveva di shit e rock and roll. Ma gli spacciatori sugli skateboard vennero stroncati dall’ascia della coca e scoppiò una guerra senza fine a cui i nostri eroi stanno tentando di scappare. In questo seguito tutt’altro che scontato, Don Winslow dipinge con humor nero e cinismo, il ritratto della sua generazione (lui è del 1953), delle sue rinunce e dei tradimenti, dei suoi rampolli che non hanno saputo diventare quello che avrebbero voluto essere, sullo sfondo del blues e dei tramonti. Più cool di così si muore!

Di Roger Smith, ottimo scrittore di thriller sud-africano, in Italia è uscito soltanto il primo romanzo, Sangue misto (Mixed Blood). Mancano all’appello Wake Up Dead, Dust Devils e Capture, oltre al racconto Ishmael Toffee e a un romanzo horror, Vile Blood, pubblicato con lo pseudonimo di Max Wilde. In Dust Devils (polvere dei diavoli) torna il personaggio di Disaster Zondi. Il romanzo è fatto da intrighi a scatole cinesi che diventano a poco a poco vertiginosi. Tutti i personaggi che si incrociano vogliono uccidersi, vendicarsi, perdersi e ritrovarsi. In un thriller infuocato si ritrovano tutti i problemi del Sud Africa: la corruzione politica, gli omicidi infantili (1500 all’anno), i matrimoni combinati e lo stupro delle vergini, il flagello dell’Aids e i vecchi pro Apartheid. Nessun personaggio si salva, né è completamente negativo.

Ispirato al caso di un uomo che si è fatto passare per un agente del MI5 (il servizio segreto militare ingle- se) inseguito dall’IRA, per estorcere soldi ai suoi compatrioti bri- tannici, Die Wahr- heit über Frankie (la verità su Frankie) racconta la storia di tre studenti – Christo- ph, Judith e Emma – che diventano amici di Frankie, un barista di Amburgo. Ben presto Frankie confida a Christoph di essere un agente dell’antiterrorismo in missione. Lo studente ne è affascinato e coinvolge le due ragazze che vengono convinte di essere in pericolo e ingaggiate in una serie di operazione nell’Europa dell’Est. Negli anni saranno separate dai loro cari e subiranno sevizie psichiche e fisiche. Noi sentiremo quello che raccontano i tre giovani nelle registrazioni raccolte da un giornalista che prepara un film sul caso. Il romanzo è costruito sull’alternanza di queste dichiarazioni in cui si rivelano gli stratagemmi e il carisma del truffatore. Quarto romanzo della scrittrice e cronista Tina Uebel, nessuno dei quali – sig! – è stato pubblicato in Italia.

Craig Johnson è stato autista di camion, cow-boy professionista e poliziotto, prima di stabilirsi in un runch nel cuore del Wyoming alla confluenza dei fiumi Clear Creek e Pine Creek, un posto con 25 anime e senza ferrovia. Qui vive anche il suo eroe burbero e malinconico, lo sceriffo Walter Longmire, che sa risolvere anche gli enigmi più difficili. La storia comincia quando una certa Mary Barsard viene messa sotto la sua custodia perché accusata di aver ucciso il marito durante il sonno, sparandogli sei pallottole con una carabina automatica. Il marito aveva una pessima reputazione e prima di lasciare questo mondo aveva chiuso nel fienile i cavalli della moglie, dandogli fuoco. Longmire si accorge presto che la donna è soggetta a sonnambulismo e che è innocente… il resto lo trovate in The Dark Horse (il cavallo nero). Una curiosità sull’autore: ogni mattina alle sei Craig Johnson si reca nella stalla e racconta ai suoi cavalli le sue idee per il romanzo che sta scrivendo. Purtroppo nessuno dei suoi libri è tradotto in italiano.

A Kautokeino, nell’estremo nord della Norvegia, sono quaranta giorni che gli uomini aspettano che torni l’oscurità. Tutto comincia con il furto di un tamburo tradizionale, normalmente utilizzato dagli sciamani, a cui segue la morte violenta di un vecchio allevatore di renne, che viene ritrovato con le orecchie tagliate. Gli investigatori sono il disincantato Klemet Nango e la giovane Nina Nansen, due che più diversi non potrebbero essere e che fanno parte della “polizia delle renne”. Corrispondente di Le Monde a Stoccolma dal 1994, Olivier Truc è un fine conoscitore di questo universo ghiacciato e ostile. Le dernier lapon è il suo primo romanzo giallo e in Italia non c’è.

Un’altra scozzese, Denise Mina, è nella lista dei migliori giallisti dell’anno. Siamo alla periferia di Glasgow e Sarah Erroll, una giovane donna senza storia, è andata a riposarsi a casa della madre. La tranquillità del posto viene ben presto interrotta dall’arrivo, nella sua vecchia stanza, di due adolescenti venuti per ucciderla, senza che lei saprà mai perché. Contempo-raneamente, a qualche centinaio di chilometri, nel Kent, uno squalo della finanza s’impicca nella sua ricca dimora, lasciando la sua famiglia spezzata in una montagna di debiti. Sarà l’ispettrice Alex Morrow, incinta di due gemelli, a districare il filo che lega questi due casi in The End of the Wasp Season (la fine della stagione delle vespe): un romanzo pungente e ben padroneggiato sulla genesi del male e la nascita di un assassino. Alcuni dei romanzi di Denise Mina – che ha anche firmato l’adattamento di Millenium a fumetto – sono stati pubblicati in Italia, ma questo no.

Per fortuna in Italia si trovano numerosi romanzi di Elmore Leonard, tutti pubblicati da Einaudi. Lo scrittore e sceneggiatore americano, considerato un maestro nei dialoghi, è uno dei più adattati al cinema: Quel treno per Yuma, Hombre, Jackie Brown, Out of Sight e molti altri ancora. Leonard non ha pari nel delineare personaggi sfumati, relativizzare il bene e il male e immaginare delle situazioni paradossali, come dimostra ancora un volta in Gibuti. I pirati non sono più quelli di un tempo, barbuti, con l’orecchino e la gamba di legno, e il Corno d’Africa ha sostituito il Triangolo delle Bermuda. Dara Barr autrice e regista di documentari, che ha già girato dei film shock sulle donne violentate in Bosnia, i membri del Ku Klux Klan e la New Orleans post Katrina, decide di concentrarsi sui pirati somali, considerati dalla popolazione locale come eroi. La cineasta vola a Gibuti insieme al suo cameraman Xavier LeBO e qui comincia la sua avventura…

Aggiungo anche un undicesimo romanzo che è in testa alle vendite dei gialli in Francia e che è stato valutato da Lire come miglior libro dell’anno: The Devil All The Time (il diavolo tutto il tempo) di Donald Ray Pollock, titolo italiano Le strade del male. Nato e vissuto in un paesino sperduto nel sud dell’Ohio, Pollock per più di trent’anni ha lavorato nella locale fabbrica della carta, come suo padre e suo nonno. Quando ha deciso di andare all’università e diventare uno scrittore aveva più di quarant’anni. Le strade del male è il suo primo romanzo e si svolge proprio a Knockmstiff, il suo paesino. Lì gli uomini erigono un palo nella foresta, dove pregano e sacrificano animali per sconfiggere il cancro che divora le loro spose. I preti amano troppo le bambine e la loro predicazione ha qualcosa di apocalittico, mentre ai giovani autostoppisti conviene farsela a piedi perché se per caso incrociano Snady e Carl, una coppia di assassini guardoni, finiscono sotto terra. E s’incontrano pure degli invasati di Dio che uccidono la moglie col cacciavite e aspettano placidamente che resusciti. Donald Pollock descrive questo universo di sciroccati con straordinaria padronanza e sincero affetto. Chiuso con la droga e l’alcol, lo scrittore s’interroga sul male e la redenzione e non manca di umorismo.


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