Il dilemma del voto

Creato il 15 gennaio 2013 da Harlan1985
Mi piacerebbe tanto non avere dubbi, essere convinto al 100% che la scelta che farò sarà quella giusta, ma non è così. Credo dipenda soprattutto dalla mia natura arci-critica, ma sono sicuro che in molti frigge lo stesso mio dilemma. Buona parte degli aventi diritto non si pone il problema: se ne sta a casa perché tanto sono tutti uguali e tanti saluti. In questo senso per me il problema non esiste: non ho mai pensato di non andare a votare e mai lo farò, nemmeno nel giorno del dubbio più atroce. Ma non è una scelta facile. Qualcuno sicuramente sghignazzerà o si metterà le mani nei capelli dall'altra parte dello schermo. "Ma come fai ad avere ancora dubbi dopo che XX [e qui metteteci il partito/movimento che vi pare] ha fatto/permesso/accettato YY?", si chiederà. Domanda più che legittima e molto comprensibile. Ma il punto è proprio questo: sono pieno di dubbi, e li sto affrontando apertamente per cercare di risolverli. Anche con l'aiuto di chi legge, se ne ha voglia.Il dilemma più insanabile è forse il più scontato, ed è quello da cui deriva tutto il resto. Da una parte c'è il desiderio di dare il mio voto a una formazione che rappresenti al meglio le mie convinzioni, dall'altra c'è il terrore di dare un voto che alla fine della fiera potrebbe rivelarsi inutile. Qualcuno salterà sulla sedia: ancora con la storia del voto utile! Hai un'idea malsana di democrazia! Così non cambierà mai nulla in questo paese! Può darsi, ma ci sarà un motivo per cui in gran parte delle democrazie occidentali a fronteggiarsi alle elezioni ci sono due schieramenti che in qualche modo racchiudono e sintetizzano due idee di società e sviluppo differenti? Non sarà che in Italia non cambia mai niente proprio a causa di tutti gli smarcamenti e i distinguo che alla fine inchiodano la vita politica e il Parlamento in un dibattito sterile e senza vie d'uscita? Io non sono un esperto politologo e potrei dire un sacco di cazzate, ma in fin di conti mi sto limitando a osservare la storia recente. Questi possono sembrare discorsi inutili e forse anche sbagliati a qualcuno, ma a me sembrano fondamentali, se davvero si vuole cambiare qualcosa in questo paese.Sento già le voci alzarsi: sei un Piddino, ma come fai, vogliono fare l'accordo con Monti, e via così. La mia parola non varrà niente, ma credetemi, non lo sono. Credo però che i partiti vadano giudicati con equilibrio. Il Pd è l'unico che ha selezionato il candidato premier e la maggior parte dei parlamentari con le primarie. Ora sta facendo di tutto per perdere voti: il balletto dei listini bloccati e l'incomprensibile corteggiamento di Monti spadroneggiano sui giornali. Ma la coalizione Pd-Sel è quella che con tutta probabilità governerà il paese e il programma elettorale parla di tante cose condivisibili. E chi dice che alla fine nonostante le primarie non è cambiato niente secondo me dice una stupidaggine. Anch'io avrei preferito che la Bindi si levasse dalla scatole, ma il Pd non è la Bindi e nemmeno Bersani. Il Pd è un partito di persone, di tante persone, non un partito-persona, e credo sia il suo pregio più grande.Per chi vuole dare un voto assolutamente coerente con le sue idee ci sono due scelte: Rivoluzione Civile o il Movimento 5 Stelle. Non considero Sel perché l'alleanza con il Pd è già di per sé un compromesso inaccettabile per chi si vuole mantenere puro. A leggere i programmi elettorali c'è da strabuzzare gli occhi: fantastico, meraviglioso, hanno troppo ragione! E servono facce nuove, aria nuova!Aria nuova? Ingroia si è imbarcato gente come Ferrero e Diliberto. C'è bisogno di aggiungere altro? Non mi sembra che le fondamenta di questo nuovo "movimento" siano così fresche e vitali, e sinceramente il tutto mi sembra un tantino improvvisato per risultare credibile. Non prevedo un grande futuro per RC.E il Movimento 5 Stelle? Qui ci sono tutte le carte in regola: programma condivisibile al 100%, facce nuovissime. È la scelta ideale. Non ambirà a governare il paese, ma conquisterà abbastanza voti da poter influire su tutte le decisioni da prendere. Ma credo che il M5S abbia un immenso problema che alla fine ne segnerà il destino: l'assoluta mancanza di una visione politica.Provo a spiegarmi: io credo che un partito che ambisca a cambiare le cose non possa limitarsi a decidere di volta di promuovere un tal provvedimento o bocciare talaltro "in base al programma". Per cambiare le cose occorre un progetto a lungo termine, una visione che tenga conto di tutti gli aspetti della realtà, e per far questo occorre una struttura, che piaccia o no. Il programma del M5S è un bellissimo elenco di cose davanti a cui non si può che essere d'accordo: "Abolizione delle scatole cinesi in borsa". Giustissimo, ma con tutto il rispetto è una frase da bar. Lo stesso discorso si può fare per tutti i punti. Il programma è il contenuto, non può diventare esso stesso l'unico collante di un partito. Un programma può migliorare, può essere messo in discussione in base all'idea che si ha del futuro, e io sinceramente questa idea non la vedo. Senza contare che in questo modo i futuri parlamentari saranno bandiere al vento: voteranno in base a quello che suggerisce loro la coscienza, esponendosi alla critica feroce del Movimento ("inciuci con il Pd-L, vergogna!"), o si atterranno alla regola aurea dei duri e puri di non dialogare con i morti viventi? E cosa succederà quando qualcuno oserà votare provvedimenti di altri partiti? Già mi immagino espulsioni da parte del non-leader Grillo, migrazioni verso altri lidi o verso il mitico Gruppo Misto.Mi sto facendo troppe seghe mentali? Sto cercando il pelo dell'uovo? Sarà, ma forse è meglio pensarci prima che dopo, a danno ormai fatto, e sinceramente ne ho abbastanza di elezioni anticipate e governi tecnici che sono l'unico modo reale di non cambiare mai niente. E io voglio cambiare. Non voglio passare la vita a lamentarmi. Voglio cambiare.Bisogna solo capire come. Mi aiutate?

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