Questo libro ha cambiato davvero le mie scelte. Se ci è riuscito è stato per due motivi fondamentali: forse per la prima volta in vita mia ero davvero ricettiva su questo tema (sappiamo tutte certe cose: tendiamo a rimuoverleperchè le conseguenze sarebbero molto faticose da gestire) e per i toni usati. Nessuna veritá assoluta, nessun appello alla salvazione e/o dannazione, nessun tono saccente.E' il racconto di un uomo colto, attento, rispettoso che ha cercato di capire da dove arriva il cibo sulle nostre tavole. E tutto quello che succede prima. Capirete, ma è solo uno dei mille esempi che vi potrei fare, perchè le patatine fritte di Mac Donald's, non importa quanto igienicamente perfetto sia il loro locale nè ogni quante fritture cambino l'olio, per quanto buonissime, non sono davvero sane. Ovviamente, parla della situazione in America, che è peggiore della nostra. Motivo in piú per leggerlo: da decenni ormai viviamo nella scia degli stili di vita degli USA. Se scoprissimo prima del definitivo affermarsi di certe mode/gusti alcune cose, forse, molto forse, saremmo in grado di evitarle. O di compiere scelte diverse, per lo meno singolarmente Piú in generale, vi obbligherá a interrogarvi sulle vostre scelte quotidiane e sulla sostenibilitá di certi (anti) eco-sistemi, creati artificialmente.Perchè uno dei problemi dell'uomo, rispetto all'alimentazione, è il suo essere onnivoro. Avendo imparato a mangiare praticamente tutto ne abbiamo guadagnato in capacitá di sopravvivenza. Ma abbiamo anche in gran parte perso l'istinto a riconoscere cosa ci fa bene e cosa no.
Questa nostra naturale carattestica, unita allo svilupparsi di un'industria alimentare altamente specializzata e ipertecnologica, ha radicalmente cambiato lo scenario.
Prima hanno impoverito il cibo,oggi vendono pasta vitaminizzata. Geni.Posso volere le Pringles, trovarle buone e mangiarne a quattro palmenti senza che il mio corpo ne avverta il pericolo. Eppure in Inghilterra, secondo l'Alta Corte, non possono essere nemmeno vendute come patatine fritte, contenendo solo il 45% di materia prima derivante da patate. Non patate, badate bene, materia prima derivante da patate. Una delle "regole" del breviario è: quando hai voglia di uno spuntino, se hai abbastanza fame da mangiare una mela, allora mangia una mela. Altrimenti, non hai davvero fame. Provateci: vedrete diminuire il numero dei vostri spuntini.
Come detto all'inizio ( ci siete ancora??? Lo so, questo post è venuto lunghissimo...) piú dei singoli esempi questo libro è per me stato importante perchè ha cambiato molte cose nella mia vita. Rendendola piú faticosa e piú piena.Perchè all'inizio è scomodissimo. Ma proprio tanto: leggere gli ingredienti dei prodotti, inclusi quelli che dovrebbero essere "sani" o light, ti obbliga a fare sempre la spesa senza fretta; scegliere frutta e verdura fresche e di stagione (e non nelle vaschette di polistirolo) è piú lungo e durano di meno (peró pensateci: non vi spaventa una pesca che resta nel frigo di casa, mangiabile, per piú di due settimane?). Perchè la tentazione di usare prodotti giá pronti e/o semi lavorati quando torni a casa e sei stanca è enorme.Perchè i cibi bio e certificati costano uno sproposito. Ma proprio tanto. E certe volte ti pesa pure quello eh.
Quindi, se non siete davvero pronte, se non siete davvero convinte, vi succederá come è successo a me molte altre volte- non è mica la prima volta che ho pensato che volevo mangiare meglio: cederete.
Se non l'ho fatto stavolta è stato grazie a quello che ho letto. E perchè dopo nemmeno un paio di mesi così, non vorrei tornare indietro.
Sono riuscita ad organizzarvi in modo da impiegare, quasi, lo stesso tempo che ci voleva per una fetta di carne alla piastra per farmi invece dei buoni legumi. Ho trovato un fruttivendolo (vicino al lavoro, MIRACOLO) da cui prendo la frutta e le verdure secondo quello che c'è, in piccole quantitá e lo porto a casa in un sacchetto di carta. Faccio il pane e i muffin, scegliendo farine non elaborate (perchè le farine bianche sono poverissime di valori nutrizionali:sapevatelo).
E siccome ho aumentato la qualitá della mia alimentazione, naturalmente ho diminuito la quantitá: sono sazia prima, e meglio.Poi sono andata oltre: ho iniziato a chiedermi se potevo fare altro.Non voglio il settimanale avvolto nel cellophane solo perchè "mi regalano" un catalogo di divani e non voglio nemmeno la striscia di carta in più che mi dice perchè dovrei comprare quel determinato settimanale (le striscie le odio anche sui libri). Vorrei le bottiglie di vetro con il vuoto a rendere. Ho iniziato a prendere i detersivi alla spina, quando il mio amato aceto bianco non basta.....
Sono sicura che ancora molte cose cambieranno, pur nelle mie continue contraddizioni, che rivendico, e sempre, sempre, rifuggendo e rifiutando gli estemismi e i fanatismi di ogni genere.
Se non siete morte di noia fin qui, ve ne parleró ancora;-)
p.s. Grazie per avermi letto: so di essere stata prolissa ma un argomento di questo genere richiede mille distinguo e attenzione. E non si puó esaurire in poche battute.