Il dipinto del diavolo

Da Pensierospensierato @P3nsi3ro
L'Italia, da ogni parte la si guardi, è ricchissima di storia e di arte, di dipinti e sculture che sono invidiate e apprezzate da tutto il mondo. E ci sono dipinti e sculture che spesso nascondono dei segreti inimmaginabili.
Soprattutto quando si tratta di dipinti e sculture di tema religioso, e che sono conservati nelle chiese o in altri edifici sacri, e che nascondono in essi dei messaggi diabolici.
Proprio così. Sembra strano ma non lo è.
Ci sono due opere in particolare di cui voglio parlare, un quadro immenso e bellissimo e un'opera composita, di indubbio fascino e di grande curiosità. Due opere che inneggiano al diavolo.
Per la religione cristiana il diavolo è ovviamente considerato il male, colui che, tentandoci, vuol farci cadere nel peccato; eppure ci sono dei dipinti, anche molto grandi, che lo raffigurano e della cui presenza ci si è accorti solo in tempi recenti.
A Perugia, nella Chiesa di San Pietro, c'è la tela che viene considerata come la più grande del mondo.
In realtà su quest'affermazione nutro qualche dubbio, perchè che io sappia, il telero più grande del mondo è conservato a Venezia, nella Sala del Maggior Consiglio, e si tratta del Paradiso del Tintoretto. Un quadro ad olio di dimensioni enormi, 7 metri x 22, realizzato tra il 1588 e il 1592 e che occupa tutta la parete di fondo della stanza.

Il Paradiso del Tintoretto: è questo il telero più grande del mondo.

 

Navata centrale, verso l'abside

Ma torniamo alla nostra chiesa di San Pietro a Perugia.
Al suo interno è conservata una vasta raccolta di tele di Antonio Vassillacchi, detto l'Aliense, pittore del tardo '500, greco d'origine ma giunto a Venezia giovanissimo, dove entrò nella bottega di Paolo Veronese, facendosi però ben presto affascinare dal drammatico luminismo, dai potenti chiaroscuri del Tintoretto.
Il suo dipinto più importante, ma stranamente meno conosciuto, è questa tela enorme, che prende tutta la facciata d'ingresso della Basilica di san Pietro a Perugia e che rappresenta il trionfo dell'Ordine dei Benedettini. Raffigura Santi, Papi, Cardinali, Vescovi Abati e fondatori di Ordini correlati quali Camaldolesi, Silvestrini ecc. che contornano San Benedetto da Norcia.

La tela, vista dall'abside

Il Siepi, nella sua opera “Descrizione di Perugia", dice “…ripieno di innumerevoli figure maggiori del naturale…” e ancora “…ideato dal dottiss. Mon. Fiammingo d. Arnaldo Wion da Duoco. Fu dipinto nel 1592 (per cura ed impegno del p. d. Giacomo da S. Felice, nello stato veneto, Abb di S. Giorg. di Venezia qui venuto a soggiornare) da Antonio Vassillacchi soprannominato l’Aliense…”.
Si vedono bene le figure che popolano questo quardo bellissimo. Osservandole da vicino si distinguono bene tutti i particolari, le vesti povere degli Ordini Minori contrapposte a quelle ben più suntuose dei porporati. Insomma, è un dipinto che offre uno spaccato di vita ecclesiatica del tempo davvero interessante.
Senza ovviamente dimenticare la figura che sta al centro di tutta l'opera, San Benedetto da Norcia, il fondatore dell'Ordine Benedettino, dell'Ora et Labora, la suddivisione della giornata in tre gruppi di 8 ore: 8 per dormire, 8 per pregare, 8 per lavorare. Se anche la vita quotidiana fosse divisa in questo modo sarebbe sicuramente meglio, ma...

Eccolo lì al centro del quadro San Benedetto, assiso in trono, con un libro aperto sulle ginocchia, libro che si può ragionevolmente ipotizzare essere il libro della Regola da lui scritta.
Dunque, sembrerebbe un quadro del tutto normale, naturale, un insieme di figure di chiaro spirito religioso.
Dove si trova allora l'arcano mistero?
Il punto migliore per osservare il quadro e scoprire il suo segreto è verso l’altare maggiore.

Molti hanno riconosciuto in questa rappresentazione il volto del diavolo: San Benedetto è il naso, i due squarci di cielo in cui si intravedono il Sole e la Luna rappresenterebbero gli occhi e San Pietro e San Paolo, posti negli angoli alti, le corna.
Come se non bastasse, le figure di benedettini visti di spalle sono le zanne, ma quel che appare ancora più strano è che non è stata dipinta la bocca del diavolo. Alcuni dicono che in realtà ci fosse e sia stata rimossa successivamente; altri dicono che vi fosse un pannello situato al di sotto del dipinto che rappresentava la bocca spalancata del diavolo; altri ancora che non vi fosse assolutamente nulla poichè la bocca altro non è che la porta d'uscita della chiesa stessa.
In questo modo i fedeli che entravano nella chiesa passavano attraverso la bocca del diavolo, e quando uscivano dall'edificio erano come inghiottici dalle fauci spalancate del maligno.
Curioso, no? 
Perchè il pittore ha dipinto questo quadro, e perchè è stato posizionato proprio all'interno di una chiesa?
Forse per nasconderlo? Forse perchè in quella chiesa si venerava proprio il diavolo? O per qualche altra arcana ragione?
Mistero....
C'è poi un'altra opera molto particolare, un'opera realizzata, sembra, per evocare direttamente satana... Ma di questo, ovviamente, parleremo un'altra volta.........


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