Venerdì 14 Ottobre 2011 19:49
Quel che suona strano è che il fato era stato previsto dai media indonesiani, su cui era apparsa la notizia del rifiuto del visto (e del foglio di via) ben prima che questo fosse stato richiesto e che Sauven avesse messo piede fuori da Londra.
Secondo Greenpeace, dietro queste voci ci sarebbero le potenti lobby cartarie: "Non abbiamo avuto alcuna spiegazione ufficiale sulle ragioni di questo rifiuto, ma questa è solo l'ultima di una serie di sfide al nostro team indonesiano, da quando abbiamo rafforzato la nostra campagna contro la famigerata Asia Pulp Pulp & Paper" scrive Greenpeace sul suo blog.
"Negli ultimi mesi, abbiamo registrato diversi tentativi di sabotare la nostra campagna contro la deforestazione in Indonesia. Sono state lanciate accuse sullo status giuridico del nostro ufficio indonesiano e sull'origine dei suoi finanziamenti, tutte accuse che fanno acqua, mentre sono state organizzate piccole dimostrazioni di fronte al nostro ufficio di Jakarta. Non è stato facile per i nostri attivisti sul posto."
Gonjang Raharjo, un portavoce del ministero indonesiano della giustizia e dei diritti umani, ha detto al Financial Times che Sauven non è benvenuto in Indonesia: "Anche se aveva un visto, era stato avvertito di non venire in Indonesia. Ha sfidato il governo indonesiano ha più volte, descrivendo in modo negativo, con campagne di denigrazione" ha detto.
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