Il diritto di difendersi.

Creato il 25 ottobre 2014 da Scurapina

Reyhaneh Jabbari è stata impiccata a Teheran; era stata condannata a morte, cinque anni fa, per aver ucciso l’uomo che aveva tentato di stuprarla, un ex agente dei servizi segreti, che l’aveva attirata nel suo appartamento con la promessa di offrirle un impiego.

Nonostante la solidarietà internazionale la sentenza è stata eseguita inesorabilmente, non c’è stata alcuna clemenza per la giovane che, forse, avrebbe potuto ottenere il perdono della famiglia dell’ucciso se avesse negato la violenza.

Forse la menzogna le avrebbe salvato la vita, ma avrebbe annullato la sua dignità di donna.

L’articolo usa il termine “giustiziare”, ma mi sembra inadeguato e grottesco perché non c’è giustizia in una decisione che nega ad una giovane donna il sua diritto alla legittima difesa e all’inviolabilità della sua persona.

Reyhaneh Jabbari è l simbolo del lungo cammino che le donne devono ancora percorrere, in oriente e in occidente, per affermare il loro diritto alla dignità, alla libertà, a poter scegliere autonomamente della propria vita.

A questo piccolo fiore d’acciaio fermo sul proprio stelo sottile va il mio pensiero commosso e solidale.