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IL DISASTRO AMBIENTALE MESSICANO NON SARà L’UNICO. SI AFFACCIANO ORIZZONTI PIENI DI CONFLITTI E DI DANNI AMBIENTALI.

Creato il 06 luglio 2010 da Madyur

Ci saranno altri disastri come quello della Bp alle coste del Messico e della Florida. Questo perché continuiamo ad estrarre materie prime da posti rischiosi sotto ogni punto di vista.

A trecento km dalla costa di Terranova c’è la piattaforma petrolifera Hibernia, il più grande impatto di trivellazione in mare aperto del mondo. Costa 5 miliardi di dollari , una struttura presidiata da 185 persone , produce 135 mila barili di petrolio al giorno. E’ amministrata da una joint – venture di quattro società (Exxon Mobil , Chevron , Murphy Oil e Statoil) con il governo del Canada. La piattaforma è rinforzata per resistere all’impatto con gli iceberg. ma in seguito al riscaldamento globale e allo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia , sulla rotta dell’Hibernia arriveranno blocchi di ghiaccio sempre più grandi. Nel futuro prossimo un iceberg immenso colpirà la piattaforma e un milione di barili si riversa in mare. Onde altissime ritarderanno il salvataggio e l’evacuazione. Se non credete a questa possibilità vi rammento che il 15 febbraio del 1982 , nel punto più alto occupato dell’Hibernia , la nave Ocean Ranger è stata colpita e affondata da onde alte 15 metri. Sono morte 84 persone.

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La Nigeria è il quinto fornitore di petrolio al mondo ( dopo Canada , Messico, Arabia Saudita e Venezuela). la maggior parte del greggio arriva dal delta del Niger , ma gli abitanti non ricavano un centesimo da quest’estrazione. Solo danni ambientali. Alcuni ribelli, per avere un po’ di profitti, hanno imbracciato le armi. A guidare la lotta è il Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend). Washington considera la ribellione una minaccia alla sicurezza energetica statunitense quindi appoggia l’esercito del paese africano. Gli oleodotti in futuro saranno bombardati di continuo e la produzione di petrolio diminuirà considerevolmente.Washington invierà marines e soldati. Se non credete a questo scenario , posso ricordarvi che nel 2008 l’esercito statunitense ha effettuato una simulazione presso la scuola militare di Carlisle , in Pennsylvania , per affrontare un problema proprio in Nigeria. Una crisi petrolifera nigeriana è molto verosimile nel mondo.

Nel 2007 la compagnia petrolifera Petroleo Brasileiro (Petrobas) ha scoperto un bacino enorme al largo della costa di Rio de Janeiro , sotto 2 km e mezzo d’acqua e uno strato di sale. Potrebbe contenere dagli otto ai 12 miliardi di barili di greggio. Estrarre petrolio a due Km e mezzo di profondità e sotto 4 Km di sabbie mobili e sale , però, richiede una tecnologia avanzatissima. Nel 2004 la costa brasiliana è stata devastata da un ciclone che ha raggiunto la forza di un uragano. Immaginate il futuro: una piattaforma immensa e tanti impianti di trivellazione. Immaginate un ciclone che abbattono gli impianti in poche ore e tanti barili di petrolio che si riversano nell’Oceano, causando un disastro ambientale peggiore di quello odierno della Bp.

Nel mar Cinese, al confine Tra la Cina e il Giappone, c’è un prezioso deposito sottomarino di petrolio e gas naturale. Il giacimento è nella zona grigia dei due paesi. Entrambi i paesi ne rivendicano il possesso e non disposti a fare marcia indietro. Entrambi hanno forze armate. Pensate se ogni tentativo di negoziazione fallisce. La Cina costruisce una serie di piattaforme petrolifere sulla linea rivendicata dai giapponesi. Tokyo decide di non cedere. La Cina altrettanto e manda navi da guerra. Un conflitto è imminente. Se non credete a questo dovete sapere che nel 2005 la Cina ha dispiegato una squadriglia navale nel Mar Cinese e ha spinto le sue navi fino alla linea meridiana. In quell’occasione, un aereo giapponese ha sorvolato una nave cinese e si è visto puntare contro i cannoni antiaerei.

Il disastro in Messico non è un anomalia ma una freccia puntata su incubi futuri.

madyur

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