di Iannozzi Giuseppe aka King Lear
una riflessione sotto forma di racconto breve
Puoi contare su di me, caro Don. Non ti chiamerò nemmeno se dovessi vedere Ratzinger vestito di tutto punto davanti alla tua chiesetta piccolina e carina. Al massimo lo avvicinerò io e gli dirò che tu non sei il parroco di tutti, men che meno il “suo” parroco perché tu i documenti non li firmi a occhi chiusi, perché tu vuoi vederci chiaro prima e poi sempre chiedi lumi su tutto e tutti, siano essi portinaie immacolate o giornalisti d’assalto. Tranquillo, non ti sveglierò. Ti lascerò riposare fra le braccia della tua bella, un poco grassottella, perpetua di turno. Chiamerò però la polizia affinché il disturbatore (della quiete) venga arrestato ammanettato e condannato. Con tutti quei paramenti luciferini addosso poco ma sicuro che faranno finta di scambiarlo per un maniaco esaltato e lo schiafferanno tosto in cella insieme a tanta bella gente, tutte pecorelle nere perdute perse e tutte provenienti da Sodoma e Gomorra. Certo come Cristo in Croce che non gli mancherà la compagnia, tante pacche sulle spalle e più in basso. Poi a mattino fatto, il secondino passerà a svegliare tutti quei bravacci, con la testa ancora piena di bisboccia, e chiederà loro se desiderano forse qualche cosa da leggere; e a tutti, nessuno escluso, verrà distribuita una copia dei Sotterranei del Vaticano di André Gide e una dell’Osservatore romano.
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