Il divario Nord Sud aumenta. Meridione fermo al palo.

Creato il 10 giugno 2014 da Makinsud

Uno degli elementi tristemente evidenziato dall’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio, riguarda sicuramente il fortissimo divario tra regioni del Nord e del Sud Italia per ciò che riguarda la ricchezza pro capite. Se in Lombardia, Valle d’Aosta, Trentino il pil pro capite è di 34.000 euro, per Sicilia, Calabria e Campania la cifra si ferma alla metà, appena 17.000 euro a persona.

L’ennesima fotografia che ritrae un paese a due velocità, incapace di liberarsi di questa sua caratteristica ipocrita e perniciosa. Le generazioni passano ed il divario Nord Sud, anzicchè diminuire, aumenta. Un divario nato con l’unità a e a cui la Nazione non ha saputo, voluto, o entrambi, trovare un rimedio efficace.

Continuando a snocciolare i dati del rapporto non viene fuori nulla di positivo, tutt’altro. Se dal 1995 al 2013 gli occupati sono crisciuti del 3.6% nel dato complessivo nazionale, al Sud si registra invece una flessione del 5.2%. Anche la demografia del Paese cambia in conseguenza del perdurare della crisi economica: cresce la popolazione del Nord-Est (+11.3%) e si spopola il Sud(-0.2%).

L’unico dato in controtendenza rispetto allo sfacelo dei numeri sin ora citati, riguarda l’attività agricola, che ha risposto a questa interminabile ondata di crisi con una sostanziale stabilità rispetto ai crolli negli altri settori della vita economica, soprattutto per ciò che riguarda la maggiore isola del nostro Meridione. In Sicilia, infatti, il pil prodotto dall’attività agricola segna una flessione di soli 0.3 punti percentuali con uno 0.9% di occupazione in meno.

Tutto ciò, naturalmente, si riflette in un calo dei consumi interni, tornati ai livelli del 1995, che non lasciano scampo a previsioni ottimistiche. Per ritornare ai livelli di consumo pre-crisi, infatti, gli italiani dovranno attendere undici anni, lasso di tempo che si amplia fino a quattordici anni nelle regioni del Meridione, in linea con i dati del rapporto del Centro Studi della Confcommercio che certificano il crescente divario Nord Sud in termini economici e sociali.In fondo, direte voi, nulla di nuovo sotto il sole e nulla di nuovo all’orizzonte.

Delegando in sede europea le decisioni e gli interventi a livello finanziario, lo stato ha annullato la sua capacità attiva e fattiva per rimediare agli squilibri del sistema, lasciando sostanzialmente al mercato la capacità di decidere dove si deve prosperare, dove si deve arrancare, dove si deve elemosinare e dove si deve morire!


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