Cos’è Il corvo?
Un personaggio simbolo degli anni ’80? L’icona di un’intera generazione?
Il film dannato e commercialmente spinto dalla tragica morte di Brandon Lee?
Un pezzo di storia del fumetto indipendente? Uno dei volumi che ha reso popolare il formato graphic novel?
Chi ha vissuto gli anni della sua massima fama, riconosce ne Il corvo tutto ciò e rivive con le lacrime agli occhi i mitici anni in cui prese piega l’improvviso fenomeno culturale.
Ma chi si trova in mano l’opera per la prima volta si appresta a sperimentare la lettura da un punto di vista notevolmente diverso.
Il corvo è, infatti, in primo luogo, il veicolo usato dall’autore James O’ Barr per esprimere se stesso e i drammi della sua vita, culminata nella tragica morte della fidanzata, investita da un pirata della strada. Nella sua prima creazione ci si trova infatti immersi nella vera Detroit, città violenta e corrotta, i cui orrori sono in grado di produrre solo dolore, impotenza e nichilismo, filosofia pregnante dell’opera e dell’autore che iniziò il progetto nella vana speranza di raggiungere la catarsi e di sbloccarsi dallo stato di immobilità e torpore in cui era caduto. Come è noto, non raggiungerà il risultato auspicato, ma darà vita ad una delle opere del panorama indipendente americano più apprezzate di fine anni ottanta.
Nel 2013, in occasione del venticinquesimo anno dalla pubblicazione, il volume è stato ristampato in versione definitiva, rilegato e ricco di tavole extra, in modo da permettere ancora una volta di immergersi nelle sue atmosfere gotiche e riscoprire i motivi del suo smisurato successo.
La storia è presto detta: Eric e la sua fidanzata Shelly sono vittima di un’aggressione ad opera di cinque sbandati, in cui lei verrà stuprata e uccisa davanti agli occhi del fidanzato, prima che lo stesso, colpito alla testa, muoia. Il ragazzo, di nuovo in vita e reso invulnerabile da un corvo, traghettatore di anime e simbolo al tempo stesso di morte e resurrezione, in preda al dolore e alla follia, decide di portare avanti una terribile e violenta vendetta a scapito dei loro assalitori.
Il soggetto è di per sé molto semplice, ma viene impreziosito in primo luogo da un eccelsa resa dello squilibrio emotivo del protagonista, che oscilla colpevolezza, sofferenza e profondo senso di vuoto. La caratterizzazione grafica estremamente dark del personaggio, dal pastrano di pelle, al corpo tornito, fino trucco ispirato a Pierrot, omaggio alla corrente musicale new wave anni ’80 a cui O’ Barr è tuttora legato, rispecchia in maniera efficace lo stato di decadenza e il nichilismo del protagonista, così come gli enormi occhi tristi diventano in tutti i sensi lo specchio dei suoi sentimenti. Egli si strugge, infatti, per l’amore perduto e nel farlo ricorda teneramente Shelly, mediante i numerosi flashback adottati dall’autore. E così facendo, l’amore, quello vero, puro e sconfinato, viene descritto in maniera vibrante nella quotidianità di ogni singolo gesto e si riversa ancor di più nel desiderio profondo e morboso del protagonista di ricongiungersi a tutti i costi all’anima della fidanzata. Proprio nella rievocazione della vita ormai persa, l’opera acquista, allora, un’intensità sconfinata; scioglie il cuore e l’anima, ma non è mai troppo melensa, non eccede né perde vigore, neppure oggi, periodo in cui romanzi e storie d’amore gotiche più o meno validi, sono popolarissimi e sulla cresta dell’onda.
Alla particolare cura della caratterizzazione psicologica dei personaggi, si accosta l’assiduo utilizzo di citazioni, dai poeti maledetti Baudelaire e Rimbaud alle band post punk quali Cure e Joy Division, che hanno anche lo scopo di spezzare la narrazione e di riportare il lettore all’interno della delirante e paranoica mente del Corvo. Mentre la stessa città dove si svolge l’intera vicenda rappresenta sia la parte più tetra della reale Detroit, intrisa di microcriminalità e colma di scorribande, sia il protagonista stesso. Così come l’immacolata Sherri, bambina vittima della società, con cui egli instaurerà una tenera e commovente amicizia, altro non è altro che una sorta di rievocazione della figura di Shelly (l’assonanza dei nomi è di per sé rivelatrice) e della sua disarmante positività.
Un altro pregio del costrutto narrativo è la gestione dell’elemento sovrannaturale: il corvo, che, come una divinità della morte, riporta l’innocente tra i vivi – e così Skull Cowboy e la Donna in nero – può essere inteso sia come un’entità reale, sia come frutto del suo delirio distruttivo, tra morfina e autolesionismo.
Il tratto dell’autore, ancora acerbo in quegli anni, è efficace nella sua imperfezione e il disegno a mano, con le sue imprecisioni prospettiche e anatomiche, dà comunque all’opera un’inaspettata forza espressiva. La sofferenza e l’istinto sono, infatti ottimi compagni di O’ Barr e rendono il suo segno, per nulla accademico, suggestivo e potente.
La colorazione assume una dicotomia evidente: così mentre il nero compatto, a volte mitigato dall’uso dei retini, riveste la maggior parte degli sfondi, evidenziando l’espressività dei personaggi o donando dinamismo alle scene di azione, i toni sfumati delle mezze tinte conferiscono ai flashback un’atmosfera ovattata, dove emerge anche un senso di distanza incolmabile e di semi-irrealtà propria di un passato irrecuperabile. In questi ultimi, inoltre, i corpi risultano disegnati in maniera più corretta, con maggior cura delle proporzioni, e le figure guadagnano maggiore realismo e plasticità, con espliciti rimandi michelangioleschi.
A tutto ciò, si unisce un’intensa sperimentazione nella costruzione grafica delle tavole tramite, ad esempio, l’intervento di inframmezzi poetici e l’impiego di numerosi giochi di tridimensionalità.
Quindi, in definitiva, che cos’è Il corvo?
Il corvo è un manifesto degli anni ‘80 per cui il volume definitivo è già sicuramente nelle librerie di chi ha vissuto il fenomeno accanto alla logora e ormai introvabile edizione americana del 1989. Ma è anche molto di più: è un fumetto dalla grande potenza espressiva, che sconvolge anche le menti di chi gli anni della new wave non sa neanche cosa siano ed emoziona, travalicando gli stessi confini generazionali.
E ora quindi, con la recente ristampa, è il momento buono di farlo riscoprire ai giovani che erano bambini nell’anno della sua prima pubblicazione. Perché Il corvo tocca ogni corda del cuore e fa comprendere cos’è il vero amore. E quanto sia distruttiva la sua perdita.
Abbiamo parlato di:
Il corvo – Edizione definitiva
James O’ Barr
Edizioni BD, collana Alta Fedeltà, 2013
272 pagine, brossurato, biano e nero – € 16,90
ISBN: 9788866347514
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