Il domani che sarà

Da Galadriel
Glifi di una lingua che non è, le mie domande, marchiate dal grigiore opaco del dubbio, prigioni vengon fatti i miei giorni che oberati da un giogo troppo pesante, fa si che io arranchi nel freddo inverno inesorabilmente circondato dai fantasmi di ciò che sarà il mio futuro.
Mi giro e mi agito senza tregua, internato in un sonno che mai ebbe inizio  e mai avrà fine con le membra affondate nel più terribile torpore che si alterna all’euforia, e nelle movenze ripetute all’infinito, cerco d'asciugare lacrime che non sono più.

Il domani che sarà


Il mio respiro latita, non trova aria respirabile, come se lo spazio oscuro ed infinito, mi avesse trascinato senza rendermene conto in una dimensione alternativa, negandomi financhè l’urlo del dolore. Preparo in tal maniera la speranza cavalcando fiero e nobile verso le legioni del dubbio  del domani che tanto vorrei vedere rischiarato e che molto il fato è ciò che mi rimane sognando i miei stessi sogni.

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