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IL DONO DI HITLER. TEREZIN di Daria Veronese, opera teatrale di valore storiografico.

Creato il 27 gennaio 2014 da Kirolandia @ippokiro
autore: Andrea Alessio Cavarretta (IppoKiro) K-articoli Palcoscenico Recensione dello spettacolo IL DONO DI HITLER. Terezin 1941-1945 scritto e diretto da Daria Veronese con  Giovanni Carta, Giovanni De Giorgi, Massimo Mirani Sabato Venticinque Gennaio Duemilaquattordici, Teatro Millelire – Roma
IL DONO DI HITLER. TEREZIN di Daria Veronese, opera teatrale di valore storiografico.
IL DONO DI HITLER. Terezin 1941-1945 assurge, per il suo contenuto di alto valore storiografico e compositivo, ad opera letteraria.
Daria Veronese autrice e regista, firma uno spettacolo teatrale, evidente frutto di una grande ricerca sapientemente articolata in una sceneggiatura diretta in modo molto equilibrato.
Il pubblico in attesa nel foyer, è accompagnato al principio, in una sala, avvolta dal silenzio, allestita secondo canoni che evocano le terribili disposizioni dei campi di concentramento, un contenitore dove adagiare gli effetti personali, fogli di carta, alcuni stropicciati, altri ben visibili, foto, poesie, spartiti, due bauli e dei veli alle pareti, nulla più, una candela illumina gli spettatori e poi è lasciata sola in un angolo tra quei pochi cenni argomentali ben studiati, una scenografia in grado di identificare con semplicità l’agghiacciante spazio all’interno del quale ebrei, artisti e bambini furono deportati e sterminati.
Vagano in quella dimensione delle entità in cerca di memoria e raccontano di Terezin,  ghetto di dolore, fissano date, numeri, episodi salienti. E mentre illustrano la vicenda storica ed accompagnano il pubblico verso specifici accadimenti, il colloquio s’arricchisce, la staticità iniziale tende a vivacizzarsi in movimenti, la narrazione diviene dialogo, sino a che dalle parole escono figure, individui, situazioni. In un alternarsi continuo tutto converge verso un'unica vicenda portante, un leggio, una bacchetta da direttore d’orchestra, una vecchia giacca da smoking, s’introduce il racconto della realizzazione da parte dei deportati del Requiem di Verdi, canto di morte che procede inesorabile tra le tantissime storie di morte.
Il trittico di bravi attori costituito da Giovanni Carta, Giovanni De Giorgi, Massimo Mirani molto ben seguito in regia, conferisce la giusta forma all’insieme dei tanti contenuti, descrivendo tutto sempre con limpidezza. Le tre figure sceniche,  attraverso varie e differenti modalità, s’affacciano, scompaiono, descrivono, raccontano e raggiungono quell’omogeneità interpretativa tanto da essere identificabili parti di un’unica trattazione.
La musiche originali danno la giusta profondità, Aurelio Rizzuti realizza un tema che accompagna la narrazione senza mai sovrastarla.
Le luci di Massimo Sugoni, ben ponderate, acquistano delicati accenti solo in precisi momenti della pièce.
Il pubblico assiste attento a questa accorta opera di memoria sino ad acquisire la consapevolezza dell’immane tragedia avvenuta a Terezin.                                                                                                                                      Autore: Andrea Alessio Cavarretta IL DONO DI HITLER. Terezin 1941-1945 Autore e Regia: Daria Veronese Interpreti: Giovanni Carta, Giovanni De Giorgi, Massimo Mirani Musiche: Aurelio Rizzuti  Disegno luci: Massimo Sugoni  IL DONO DI HITLER. Terezin 1941-1945 è in scena al teatro Millelire  anche oggi, Giorno della Memoria, 27 Gennaio 2014 

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