In realtà la spiegazione è semplice se si considera che in realtà potrebbe trattarsi dello STESSO ALBERO, ma appare diverso a seconda se lo si guarda dal Cielo, ovvero dal suo punto centrale, il Paradiso Terrestre, e in questo caso lo si vede "normale" (con le radici in basso e le fronde in alto), oppure dalla Terra, e in questo caso lo si vede capovolto (con le radici in alto e le fronde in basso) in quanto si trova sotto il piano di riflessione.
Ciò concorda con la tradizione ebraica, in particolare nella Zohar dove si dice chiaramente che l'Albero della Vita, ovvero delle dieci Sepphirot, è un albero capovolto.
Quindi se l'Albero della Conoscenza dirige verso la manifestazione (il Cosmo e la Terra), l'Albero della Vita conduce verso il Principio (ovvero Dio, in Cielo, nel mondo sovra-umano). Questo percorso è ben rappresentato, nel macrocosmo da due correnti uguali ed antagoniste che circondano l'Asse del Mondo, asse di collegamento Cielo-Terra, e nel microcosmo, dalla fisiologia sottile umana, secondo gli indiani, ovvero la spina dorsale (Sushumna) come asse centrale e i due canali, Ida e Pingala, che si arrotolano intorno a Sushumna.
Quindi è chiaro che se gli umani appena cacciati dal Paradiso Terrestre, se si fossero cibati di nuovo dello stesso frutto dell'albero, sarebbero ritornati subito in Paradiso, e le conseguenze dell'allontanamento divino sarebbero quindi stato annullate.