Il Dottor Niù di Stefano Benni

Creato il 28 febbraio 2013 da Italiabenetti @italiabenetti

Stefano BENNI IL DOTTOR NIÙ HA BUSSATO ALLA MIA PORTA tratto da La Repubblica di mercoledì 24 gennaio 2001
Avevo appena parcheggiato la macchina, quando un tizio con occhiali neri e capelli rasati mi viene incontro e si presenta: dottor Niù, consulente di aggiornamento tecnologico per famiglie. E' un tipico esemplare Mediaset, un uomo per cui il tempo si è magicamente fermato. Ha sessant'anni ma ha il fisico di un quarantenne, l'han condannato a vent'anni di galera ma non ne ha fatto neanche uno. Mi spiega che la sua è una new profession nata insieme alla new economy per una new way of life. Devo solo avere un old conto corrente con un po' di old fashion money per pagargli l'old onorary. Travolto dal suo garbo e dal suo eloquio, firmo un contratto di consulenza. Diamoci subito da fare, dice il dottor Niù, la sua vita va ottimizzata e rimodernata. Cominciamo dalla sua auto, è un vecchio modello superato e ridicolo. Ma ha solo tre anni, dico io. Tre anni sono tre secoli nella new economy, spiega. La sua auto non ha il navigatore satellitare, i vetri bruniti, l'altimetro, le sospensioni anti-alce. Però funziona bene, dico io. Si vede che non guarda la pubblicità, ride il dottor Niù. Cosa vuole dire "funziona"? L'auto non è fatta per funzionare, ma per mostrarla, per esibirla, per parlarne con gli amici, il funzionamento è un puro optional. Insomma in meno di tre ore ho il nuovo modello di auto, una specie di ovolone azzurro a dodici posti. Peccato che in famiglia siamo in tre. Il giorno dopo il dottor Niù piomba a casa mia per organizzare un new restyling. Per prima cosa dice che la mia porta in legno è roba medioevale. La sostituisce con un lastrone blindato d'acciaio che sembra la lapide di Godzilla. Poi sostituisce la mia vecchia pentola con una brocca Kettle elettropiretica, sei secondi per bollire l' acqua. Al posto del glorioso e bisunto forno, mette un microoonde che cuoce un pollo vivo solo con lo sguardo. Il tutto mi prosciuga il conto in banca, per cui obietto: cosa mi serve cucinare velocemente se poi non avrò un cazzo da mangiare? Non si preoccupi, dice il dottor Niù, la nostra ditta fa prestiti rapidi, firmi qui e in trenta secondi avrà un mutuo con tasso al trenta per cento. Come in sogno, firmo. L'indomani il dottor Niù si ripresenta, e sostituisce l'edera del giardino con una new edera modificata geneticamente che strangola i ladri. Poi scuote la testa rimproverandomi perché ho ancora la vecchia televisione col vecchio videoregistratore e la vecchia playstation. Obietto che ho comprato tutto l'anno scorso. Mi rispiega che per la new economy un anno è un secolo, e subito mi fa comprare la playstation due, dove si può giocare a Pokemon, vedere i film in Dvd e ascoltare la musica, insomma la macchina perfetta per fare litigare mio figlio videogiochista, mia moglie cinefila e io che amo i Beatles. Cerco di telefonare a un fabbro perché intanto la new porta blindata si è bloccata col new alarm system, ma rapidissimo il dottor Niù mi strappa il telefonino di mano. Ma non si vergogna, dice? Questo cellulare è un modello vecchissimo, pesa come un mattone, non ha il collegamento infrarossi, non ha il Wap, non ha il comando vocale, non ha i games e il grafic system per spedire i cazzi agli amici. Ma l'ho comprato solo due mesi fa, mi lamento, e ci telefono benissimo. In due mesi, i telefonini hanno enormemente mutato le loro funzioni, dice Niù. Dopo che si sarà collegato alla rete, avrà mandato un fax, avrà riempito la rubrica con novecento nomi, avrà comprato i biglietti della partita e avrà giocato al serpentone mangiacoda, pensa di avere ancora il tempo di telefonare? Forse ha ragione, dico io. Mi fornisce subito il nuovo telefonino, un biscottino nero con dei microtasti che ogni mio polpastrello ne prende quattro. Dopo dieci telefonate sbagliate, fortunamente il mio cane Ricky lo ingoia e corre per tutto il giorno con l'ouverture del Guglielmo Tell in pancia, finché non si scarica la batteria. Il giorno dopo torno a casa e non trovo più mia moglie. Il dottor Niù mi spiega che era un vecchio modello, e che bisognava rimodernarla. Me la riporta dopo una settimana liftata, siliconata e liposuzionata. Sembra un incrocio tra Emilio Fede e Moira Orfei. Preferivo il vecchio modello, dico a bassa voce per non farmi sentire. Perché anche lei è vecchio, ammonisce il dottor Niù. Nei tempi della tecnologia, la vecchiaia è un errore di programmazione, una colpevole resa. Investa in giovinezza. Mi fa un new prestito al quaranta per cento e mi chiudono in una clinica. Mi spianano le palpebre, mi massaggiano, mi drenano, mi mettono una pompa idraulica nel pistolino, mi trapiantano tremila capelli sintetici e un rene di bambina thailandese. Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio, ma il cane mi ringhia contro, mia moglie piange e mio figlio scappa di casa. Non ne posso più. Mentre mi stanno consegnando il computer che ho ordinato la settimana scorsa, il dottor Niù lo blocca sulla porta, spiegando che in una settimana è già invecchiato di due generazioni. E' lento, ci mette sedici secondi a entrare in rete, un'eresia nel tempo veloce della tecnica. E così mi fa comprare un computer della Nasa con quattro gigabyte, e una web cam con cui, in sette secondi, posso far vedere il mio culo in tutto il mondo. Ma se tutto deve essere nuovo, obietto, come mai il presidente degli Stati Uniti sembra il nonno di suo padre? E come mai in Italia da vent'anni conserviamo in una salamoia di fard un miliardario pataccaro che propone sempre la stessa televendita? La politica è una cosa, risponde, la tecnoeconomia un'altra. A proposito, il suo prestito è scaduto, lo rinnova? Assolutamente no, ringhio. Forse mi sono liberato del dottor Niù. La mattina mi sveglio. Il fedele cane Ricky non mi viene incontro. Ho un sospetto. Nella nuova cuccia blindata c'è un pitbull tysonberger reichwailer che conosce le arti marziali ed è collegato alla questura con un lunghissimo guinzaglio. Ah, questa poi no ! Vado a recuperare il vecchio modello di Ricky al canile. Quando torno ritrovo il dottor Niù nel mio giardino, nervoso. Adesso basta gli dico, non ho più una lira, mi lasci in pace! Va bene va bene, siete tutti irriconoscenti, risponde. Guarda il cielo le piante, l'orizzonte e sbuffa. Cosa c'è che non va, gli chiedo? Caro mio, risponde, questo mondo è un vecchio modello. Troppi boschi, pochi parcheggi. La Silicon Valley è senza elettricità, il petrolio sta finendo, e lo sprechiamo alle Galapagos. Il traffico aereo è intasato, il clima si ribella, l'aria è irrespirabile. E' un mondo sorpassato, non può più sopportare le esigenze della crescita tecnica, è una materia prima in esaurimento. E allora cosa pensa di fare? ho chiesto. Questo, ha detto il signor Niù con un'espressione folle nel fisico da quarantenne. Ha estratto una scatola con un pulsante, ha premuto e all'orizzonte è apparsa la nube di un'esplosione, poi un'altra e un'altra ancora. Come in un film americano, piovevano dal cielo camion, mucche e cabine telefoniche. La gente gridava, l'aria era rovente. Disgraziato, ho detto, il mondo era un vecchio modello, ma avevamo solo quello. Adesso che lo avete distrutto, con cosa lo sostituirete? In effetti, ha detto il dottor Niù, non ci avevo pensato. Ho udito un rumore lancinante, ho gridato di terrore, è la fine, è la fine. Invece era il trillo della sveglia: era tutto un sogno! Meno male ho pensato, balzando giù dal letto. Ho baciato mia moglie, la pentola, il cane, il mio vecchio telefono. In quel momento hanno suonato alla porta. Era un signore con gli occhiali neri che si è presentato come dottor Niù, consulente di aggiornamento tecnologico per famiglie. Ho mangiato il suo fegato con un piatto di fave e un buon bicchiere di Chianti.

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