Con le fattezze del Tommy Rettig protagonista della serie televisiva Lassie, Bart Collins individua la peggior cosa con cui deve confrontarsi nelle odiate lezioni di piano che è forzato a seguire sotto la tutela del Dr. Terwilliker alias Hans Conried, che secondo lui esercita anche una terribile e sinistra influenza sulla madre Heloise, incarnata da Mary Healy.
Parte da qui Le 5000 dita del Dr. T (1954), vero e proprio gioiellino fantastico in technicolor che,
Assurdo sogno immerso nella affascinante varietà di colori ulteriormente accentuati dalla splendida fotografia di Franz”Colazione da Tiffany”Planer, man mano non solo che il pianoforte si rivela talmente grande da richiedere che Bart e quattrocentonovantanove ragazzi schiavizzati formino le famigerate cinquemila dita per suonarlo, ma anche che il giovane s’impegna per salvare la genitrice, divenuta sotto ipnosi assistente del folle ed intenzionata a sposarlo.
Senza alcun contenuto extra, sebbene sulla fascetta sia riportata la presenza della presentazione di Luigi Cozzi, è l’attivissima Sinister Film a renderlo finalmente disponibile su supporto dvd; permettendoci di riscoprire una atipica e originale fiaba su celluloide che, oltre a ribadire che gli adulti dovrebbero sempre credere ai bambini, perfino quando dicono le bugie, tra momenti cantati e balletti sembra anticipare non poco il cinema del Tim Burton d’inizio XXI secolo (citiamo soltanto La fabbrica di cioccolato).
E non si tratta dell’unico capolavoro della Settima arte recuperato su disco dalla label,
Resoconto tutt’altro che romanzato che, orchestrato tra ascesa e trionfi, punta in particolar modo sulla bravura di un eccezionale James Cagney nei panni di colui che fu prima attore di teatro, poi divo del muto particolarmente specializzato in melodrammi fantastici e orrorifici.
Colui che apprendiamo essere stato messo al mondo da genitori sordomuti e che arrivò a essere il re del trasformismo provvedendo di persona alle sue magnifiche maschere, in quanto attivo in un’epoca cinematografica che ancora non pullulava di truccatori.
Colui che interpretò Il gobbo di Notre Dame (1923) di Wallace Worsley e Il fantasma dell’opera (1925) di Rupert Julian e del quale viene mostrato il rapporto con il figlio, divenuto negli anni successivi il Lon Chaney Jr. de L’uomo lupo (1941) e di molti altri film horror e b-movie.
Mentre la curata ricostruzione delle scenografie hollywoodiane rispecchia la magnificienza della storia raccontata e, in questo caso, la presentazione di Cozzi è veramente presente come contenuto speciale.
Francesco Lomuscio