Esiste un’isola in Indonesia, avente un parco nazionale ora dichiarato patrimonio dell’Unesco, dove il tempo sembra essersi fermato all’epoca in cui vivevano i dinosauri. Sì, perché qui, il signore incontrastato che regna sovrano è il Drago di Komodo, un rettile appartenente alla famiglia dei varanidi, nonché la più grossa specie di lucertola vivente.
Tale parco venne creato nel 1980 allo scopo di proteggere proprio il Varano di Komodo e, in seguito, per difendere altre specie in pericolo di estinzione, alcune delle quali marine. Le isole che compongono il parco sono tutte di origine vulcanica. Raggiungibile dalla piccola cittadina di Labuan Bajo, sulla punta occidentale dell’isola di Flores, il parco è visitabile noleggiando una barca oppure tramite un tour organizzato.
L’importanza dell’ecosistema è rappresentato principalmente dai suoi abitanti, i leggendari Draghi di Komodo, che attirano ogni anno migliaia di visitatori. Accompagnati da guide locali autorizzate i turisti possono vedere da vicino i rettili, anche se non troppo, direttamente nel loro ambiente naturale.
I Draghi di Komodo sono carnivori e cannibali. Gli esemplari adulti, se il cibo scarseggia, non esitano a mangiare i loro simili, specie se di dimensioni più ridotte. Essi non riconoscono i propri figli, e di conseguenza sono spinti a cibarsi di essi. I nuovi nati vengono immediatamente abbandonati al loro destino, come sempre accade nel mondo dei rettili. I piccoli si rifugiano sugli alberi, per fuggire ai loro stessi genitori.
Essi si cibano di ciò che trovano più in alto, principalmente volatili, e rimangono nascosti fino all’adolescenza, quando raggiungono dimensioni tali da potersi difendere. Spesso avvengono interazioni fra i varani e l’uomo. L’ultimo incidente verificatosi con un turista è narrato dalle guide del posto, ossia la storia di un barone svizzero che, in visita all’isola, si separò dal resto del gruppo e sparì misteriosamente, nel 1974.
Si dice che nel caso degli esseri umani, l’unica cosa che rimanga siano i capelli. I Draghi di Komodo non sono letali per la forza, né per le dimensioni, bensì per il veleno presente nella loro saliva. All’interno della loro bocca infatti è attivo un ecosistema di batteri che causano infezioni, ed è proprio questo “morso tossico” ad uccidere le prede. I loro artigli micidiali afferrano le vittime con un’efficacia spaventosa ferendole, in alcuni casi a morte, con un solo colpo.
Le enormi unghie non sono che una delle armi del potente varano. Con il veleno essi riescono a cacciare anche animali di grandi dimensioni. I bufali, per esempio, vengono circondati e attaccati, ma in seguito lasciati liberi in attesa che il veleno del morso entri in circolo. Una volta infetti i bufali possono vivere per giorni, ed i Draghi non devono fare altro che attendere che essi crollino per potersene cibare. Lo stesso vale per i cinghiali e i cervi presenti sull’isola.
I Draghi di Komodo sono animali longevi: il più anziano ha raggiunto i 65 anni. L’età media si aggira attorno ai 35. Sull’isola è possibile incontrare esemplari giovani e agili, ed esemplari più vecchi che sembrano non fare altro che dormire. I varani più grandi raggiungono lunghezze di 3 metri, mentre la media è rappresentata da animali lunghi circa 2 metri. Il peso indicativo per un adulto si aggira intorno agli 80 kg, anche se l’esemplare più pesante mai incontrato era di 170. Nonostante la dimensione e le apparenze, i Draghi di Komodo sono animali molto agili.
Questo particolare molto spesso tradisce l’uomo, che pensa di potere avere un incontro ravvicinato con questi rettili ed uscirne illeso. Pur sembrando quasi sempre in trance, essi possono in realtà correre, nuotare e salire sugli alberi molto rapidamente, per questo avvicinarsi troppo è decisamente rischioso.
Questi splendidi animali, che sembrano usciti dalla leggenda di San Giorgio, sono a rischio di estinzione. Nonostante la mole e le condizioni igieniche discutibili, che dovrebbero farne una specie resistente, l’uomo non è stato in grado di tutelarli a dovere. Quasi non si riuscisse a capire dove arriva il confine fra essere umano e bestia, ma soprattutto, chi sia la bestia.
Written by Cristina Biolcati