A pochi giorni dall'uscita americana su PS3 e PlayStation Vita, parliamo un po' di Dragon's Crown
Cosa avevano in comune classici come Streets of Rage e Final Fight? Personaggi carismatici, benché stereotipati (persino per quegli anni), abbondanza di colpi e combo, sensazione di "fare male" all'avversario e un'intrinseca ripetitività che finiva inevitabilmente per essere amplificata quando si passava dalla sala giochi alle home console.
Ebbene, gli sviluppatori di Vanillaware, già autori di titoli come Odin Sphere e Muramasa Rebirth, pensano di aver trovato la soluzione a questo problema. Come vi sembra l'idea di fondere le meccaniche tipiche dei picchiaduro a scorrimento con una serie di elementi RPG? Certo, c'è chi ha già fatto qualche esperimento in proposito, ma pare proprio che Dragon's Crown, in uscita il 7 agosto in america, autunno da noi, su PlayStation 3 e PlayStation Vita, nutra grandi ambizioni. I personaggi del gioco non si limiteranno infatti ad aumentare di livello e a diventare, dunque, progressivamente più potenti. Potranno accedere a un arsenale composto da armi che man mano vengono sbloccate e che garantiscono determinati valori per quanto concerne potenza, velocità e resistenza, proprio come in un gioco di ruolo. E ogni scenario che compone la campagna in single player sarà caratterizzato da percorsi alternativi capaci di moltiplicare la durata e la godibilità dell'esperienza, presentando sfide extra di grande rilievo e la possibilità, tutt'altro che trascurabile, di completare l'avventura al 100%.
I sei dell'operazione drago
Il cast di Dragon's Crown è composto da sei personaggi di indubbio fascino, che appartengono ognuno a una classe molto ben definita. Abbiamo innanzitutto il Combattente, un enorme cavaliere dotato di armatura pesante, spada e scudo, che può sbaragliare interi gruppi di avversari grazie alle sue poderose cariche, anche in volo, e costituire il partner perfetto per qualsiasi altro guerriero, vista la mole e la capacità di chiudersi in difesa per non subire danni.
C'è poi l'Amazzone, capace di unire un aspetto fisico incredibile a una straordinaria efficacia in battaglia, dove si distingue per via di un peculiare mix di velocità e potenza, entrambe conferitele da un'ascia che infligge enormi danni ai nemici e che si presta perfettamente a sortite dall'alto e attacchi rotanti. Il Mago, un individuo misterioso che padroneggia terribili incantesimi, può scatenare alte fiamme all'indirizzo dei suoi bersagli, sparire da una zona dello schermo e ricomparire in un'altra, evocare gli elementi e finanche levitare. L'Elfa si pone come il personaggio più rapido e scaltro del lotto, ma guai a considerarla una combattente fiacca. Le frecce del suo arco vengono infatti proiettate a grande velocità, generando punti di impatto molto ampi e infilzando i nemici con una facilità incredibile. L'attacco in scivolata e quello speciale, con i dardi infuocati, completano il suo repertorio. La lista continua con il Nano, che a discapito dell'altezza dispone di una forza fisica straordinaria e la mette a frutto colpendo ripetutamente gli avversari con due pesanti martelli da guerra, uno per mano. Esperto demolitore, ha anche un asso nella manica per le grandi occasioni: alcune dirompenti cariche esplosive, da lanciare contro gruppi di orchi e troll. La Maga, infine, è il personaggio di Dragon's Crown che più di tutti "buca lo schermo", e il perché è presto detto: basta guardare le sue enormi... doti. Gli elementi sono suoi alleati, e li evoca di continuo: dai fulmini alle tempeste, non c'è calamità naturale che non si pieghi al suo volere, a discapito degli eserciti del male.
Dragon's Crown - Un trailer con quattordici minuti di gameplay
Una promessa è una promessa
Parlavamo prima di Dragon's Crown come di un progetto ambizioso, e in effetti si tratta della produzione più grande a cui Vanillaware si sia mai dedicata, con un budget pari a un milione di dollari. La cosa buffa è che il concept alla base del gioco ha ben tredici anni, come rivelato dall'art director George Kamitani, che aveva pensato a soluzioni di questo tipo subito dopo la realizzazione di Princess Crown per Saturn, nel 1997.
Il pallino di Kamitani, insomma, era quello di rivitalizzare il genere videoludico dei picchiaduro a scorrimento e arricchirlo, andando a lavorare sui suoi limiti sistematici grazie all'innesto di elementi RPG e di variazioni sul tema come quella, già citata, dei percorsi alternativi e delle sfide extra. Per non parlare dei boss fight, che costituiscono anch'essi un tratto distintivo di Dragon's Crown e vengono definiti assolutamente spettacolari. L'uscita americana avviene proprio oggi, su PlayStation Store, ma nel frattempo le testate internazionali hanno già fornito il loro parere sul titolo, promuovendolo a pieni voti a parte rari casi. Di certo la verità è che Dragon's Crown ha un grande impatto sul pubblico, che si tratti di nostalgici dei classici di fine anni '80 o di novizi che si confrontano per la prima volta con il genere, e questo impatto lo si deve anche alle scelte che accompagnano l'estetica del gioco, volutamente esagerata nelle forme delle sue sexy protagoniste, che sfidano le leggi dell'anatomia mentre orde di creature mostruose le circondano con l'assurda convinzione di poterle sottomettere. Lo stile grafico non si limita comunque ai personaggi ma va oltre, con ambientazioni ispirate, piene d'atmosfera e di interessanti dettagli, in grado di definire le nostre battaglie e di darci sempre qualcosa di bello e di affascinante da vedere. Fra uno schiaffo e l'altro.