Il Dramma

Creato il 21 giugno 2011 da Gloutchov
Per parlare della narrativa drammatica, credo, è necessario fare qualche piccolo preambolo. Il dramma nasce in teatro e, per certi versi è un qualcosa di molto differente da ciò che potremmo identificare con quella parola, se ci affidassimo all'uso comune del termine.
Wikipedia lo descrive in questo modo:
Un dramma, dal greco "drama" (azione, storia; da δραν, fare), è una forma letteraria che include parti scritte per essere interpretate da attori. È sinonimo di testo teatrale, o opera teatrale.In senso lato, è un intreccio narrativo compiuto e destinato alla rappresentazione teatrale. Può essere in forma verbale scritta (ogni opera letteraria che preveda parti recitate o cantate) oppure improvvisata da un attore, o ancora in forma di narrazione non verbale, tramite la gestualità o la danza. Il termine dramma, se inteso in senso restrittivo, si applica esclusivamente alle opere teatrali scritte. Nell'opera lirica, si ricorre in genere al termine libretto.Un dramma può avere argomento tragico o comico, a seconda delle situazioni descritte. Nella accezione d'uso comune invece, si tende a designare con questo termine vicende dolorose o problemi esistenziali, o altri eventi di portata tragica.Drammi possono essere rappresentati tramite diversi tipi di media: spettacoli dal vivo, cinema, televisione.

Il termine dramma, per ripetere quanto scritto sopra, descrive una rappresentazione teatrale il cui argomento può essere vario e non per forza tragico.
Avendo però già affrontato in altri post la commedia e la narrativa d'evasione e/o avventurosa, vorrei cercare di focalizzare l'attenzione proprio sulle tragedie, ovvero sulle vicende dolorose, o come si sul dire normalmente, drammatiche.Scrivere una storia drammatica necessita un impegno superiore a quello di qualunque altra forma narrativa (a mio parere). La storia, infatti, deve trasmettere emozioni. Deve coinvolgere il lettore fino a fargli impersonare uno dei caratteri della vicenda, a farlo soffrire quando questo soffre e, a creare un pathos profondo a tal punto da lasciare il segno.
E' importante che i personaggi siano ben rappresentati. Più che una descrizione fisica, è fondamentale la descrizione emotiva di ognuno di loro. La descrizione deve arrivare al lettore attraverso comportamenti, e sensazioni a pelle. Il carattere non vanno raccontato, va trasmesso. La timidezza, o l'arroganza, non deve essere inserita nella descrizione del personaggio ma mostrata nel contesto generale, durante la narrazione, così che il lettore possa farsi un'idea del tutto personale riguardo al personaggio e al suo modo di essere.
La vicenda, secondo me, non deve essere un vortice che ti risucchia verso il baratro. Deve essere come la vita normale. Per certi versi banale e ripetitiva, per certi versi divertente, per certi versi imprevedibile. E deve essere questa imprevedibilità a condurre il dramma. 
Vorrei richiamare alla vostra memoria una pellicola che a me ha lasciato il segno (n.d.r. no, non Titanic). Si tratta di Kramer contro Kramer. Un film del 79 che mi ha spaventato e, mi ha conquistato. Ero un bambino all'epoca. Vedere due genitori, una famiglia normale, che all'improvviso decide di separarsi e... tra loro due c'è questo bambino Billy, che viene affidato al padre.L'intera pellicola ruota attorno a questo bambino, che un giorno, giocando nel parco, cade e si fa male gravemente. Il piccolo diventa l'oggetto del contendere. Il dramma è nei due genitori che litigano furiosamente per averne la custodia e... a me viene da pensare a Salomone e alle due madri che si contendono lo stesso bambino. Il Re, spazientito ordina di tagliare in due il bambino e di darne metà a ciascuna delle due madri. Scelta che scatena l'amore materno e che aiuta il sovrano a capire chi veramente merita di avere in custodia il piccolo.Il dramma nasce dalla potente emotività del momento. Non è importante che la storia sia complicata. E' importante che sia pregna di sentimenti profondi e, che questi vengano spezzati, o feriti, per qualche motivo scatenante.
Altro esempio, sullo stesso genere, è La guerra dei Roses. Questo film viene quasi promosso come commedia, forse a causa dei tre interpreti chiave, ovvero Danny De Vito, Kathleen Turner e Michael Douglas. Anche qui è presente una coppia di innamorati. All'inizio sono squattrinati ma, il lavoro di lui lo porta a fare soldi e a trascurare lei. Lei, nel contempo, rinuncia a tutte le sue attività per appoggiare il lavoro di suo marito e a un certo punto si rende conto di non amarlo più. Chiede la separazione. Lui, ancora innamorato, non cede. Vuole riconquistarla ma... ogni suo tentativo è vano e ha proprio l'effetto contrario. Nessuno dei due vuole veramente fare del male all'altro... Il fatto è che volenti o non volenti, si scatena una guerra che inevitabilmente conduce alla tragedia.
Bernard Shaw è nel conflitto. Deve esistere un contrasto tra almeno due differenti elementi. Contrasto che deve amplificarsi in un crescendo continuo fino a scatenare le forze che ha trattenuto sino a quel momento, come fosse una tormenta, uno tsunami, un temporale decisivo. 

Per la conclusione del dramma... tutto è possibile. Dopo la tempesta torna il Sole. Per cui il lieto fine non deve essere bistrattato. Ma può esserci anche un finale in stile epitaffio, o anche un finale che si avvicina di più alla vita reale, nella quale le vicende umane sono ben poca cosa rispetto ai cicli eterni della natura.Come cantava Freddy Mercury... The show must go on.



(l'elenco delle lezioncine di scrittura pubblicate fino ad oggi lo trovate qui).
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