Il Family Day visto da un sacerdote

Da Stefano @bersatweet

Nei giorni scorsi, tra i commenti al post Un Paese con la P minuscola, è emerso un aspetto, in particolar modo riferito alla discussione sul ddl Cirinnà, che riporto integralmente. Dice Piero:

Il punto chiave è che non siamo condizionati dalle "coscienze" ma dal bigottismo di atavica derivazione. Ovvero quello cattolico. É fuori di dubbio che la Chiesa condizioni le vicende morali dell'Italia innanzitutto, perchè è in Italia che svolge la sua funzione preponderante. [...] Il Papa sta facendo grandi cose ma non potrà mai andare contro i teologi i quali sono i depositari delle Sacre Scritture.

Mi sento di concordare in gran parte con la posizione di Piero, tuttavia è giusto anche evidenziare tutte le posizioni all'interno della Chiesa, per evitare di generalizzare impropriamente. Riporto dunque un post di don Duilio Albarello, che esprime bene un punto di vista molto diverso dal sentore comune.

Attendo i vostri commenti in merito, credo sia uno spunto interessante di discussione.

Il Family Day è stato celebrato e ha confermato le ragioni della mia perplessità. Provo a riproporle, utilizzando i quattro criteri di discernimento indicati da Papa Francesco nella Evangelii Gaudium.

  1. Il tempo è superiore allo spazio: in ambito politico, si usa dire: "piazze piene, urne vuote". Dal punto di vista ecclesiale, si potrebbe parafrasare: "piazze piene, chiese vuote". La folla del Family Day non deve distrarre dal fatto incontestabile che su molti fronti in Italia la Chiesa cattolica ha perso la sua battaglia culturale ed etica, soprattutto in quella fascia di popolazione che va grossomodo dai venti ai cinquant'anni. Occorrono l'umiltà di riconoscerlo e la creatività di attivare percorsi lunghi, per tornare a parlare alle coscienze in maniera credibile e persuasiva.
  2. L'unità prevale sul conflitto: nonostante gli organizzatori abbiano ripetuto che la manifestazione non fosse contro nessuno, in molti interventi ascoltati al Circo Massimo si coglieva chiaro l'intento di una contrapposizione totale con chi esprime posizioni diverse. Ancora una volta, ad esempio, natura/naturale sono state evocate come categorie divisive e non inclusive, come se avere uno sguardo differente sui fondamentali della vita condannasse a contrapporsi tra umani e dis-umani. Le parole "dialogo" e "mediazione" sono risuonate come parole diaboliche, che conducono necessariamente a svendere i propri valori. Mi pare che invece la passione per la causa dell'umanizzazione e l'atteggiamento della misericordia dovrebbero sempre spingere a cercare anzitutto ciò che unisce, per fare insieme il tratto di strada più lungo possibile.
  3. La realtà è più importante dell'idea: le unioni di fatto esistono, sia di tipo eterosessuale sia di tipo omosessuale. Anche se non corrispondono pienamente all'idea di matrimonio e di famiglia codificata dalla tradizione cristiana, queste unioni sono una realtà sempre più consistente, che attende di ricevere un riconoscimento. Lo Stato non può permettersi di ignorarle, ha il compito di regolamentare con saggezza. La Chiesa stessa è provocata a lasciarsene interpellare, valorizzandone evangelicamente tutto ciò che di positivo e di buono vi si può trovare. Altrimenti si cade in un formalismo dei valori, che condanna a ritrovarsi fuori dal mondo, in una dinamica contraria a quella dell'incarnazione.
  4. Il tutto è superiore alla parte: la comunità ecclesiale dovrebbe cercare il bene comune, non rivendicare in maniera ricattatoria dei privilegi per la sua visione particolare. Dal punto di vista culturale e sociale, in un contesto plurale, nessuno può pretendere di avere l'esclusiva. Una sana disponibilità all'apprendimento reciproco, come invita a fare il Concilio Vaticano II, è una dimensione intrinseca alla evangelizzazione.

Don Duilio Albarello è un sacerdote della diocesi di Mondovì, docente di Teologia fondamentale presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale nelle sedi di Fossano, Torino, Milano e Direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose a Fossano. Ha scritto alcuni saggi tra cui L'umanità della fede. Credere in Dio nell'epoca del disincanto (Effatà Editrice) e Nella fede del Figlio. L'essenza del cristianesimo con e oltre Michel Henry (Glossa).

Posted in Tagged Attualità, Chiesa cattolica, Diritti, Family Day, Impegno civile, Prospettive, Unioni civili Cultura