Mi sono sempre chiesta se coloro che chiamiamo “pazzi” si rendano conto del processo che li conduce fino a quella condizione... se realizzino le varie fasi lungo il cammino o se giungano ignari fino alla condizione- di distacco dalla realtà- che dovrebbe forse attenuare il loro dolore (perché si ipotizza che ci sia del dolore dietro a questo “cambiamento”). E tuttora mi chiedo se il rendersi conto di dar segno di sanità vacillante ci salvaguardi dall’abbandonare la nostra usuale condizione di “ragionevole sanità”. Dico ragionevole perché il confine tra ”equilibrio mentale” e pazzia è veramente difficile da rintracciare.
E forse ci fai caso solo quando lo hai sperimentato da vicino, che sia in prima persona o no, e ti pare di aver poi attorno molti più “esempi” di quanti credessi. Guardi quella povera anima che finge di parlare al telefono al suo grande amore davanti a un bar, senti una “pedagoga” raccontare alla sua amica della “situazione di cacca”(testuali parole) in cui si trova per via del suo ragazzo ricoverato all’ospedale psichiatrico, perché in preda al delirio… E allora sei lì che ti chiedi: dov’è il confine? Quello che per qualcuno è semplicemente una “situazione di cacca” per qualcun altro è un dramma, qualcuno ancora ci convive quasi senza più soffermarvisi. E tu dal canto tuo nonostante quello che hai passato, visto e sentito non te la senti di raccontare come funziona, né pensi di aver capito come ci si comporta in certe situazioni. Perché se c’è una cosa che veramente hai capito… quella è che la mente fa strani scherzi, nulla è prevedibile, nulla forse neanche del tutto imprevedibile. Ma sai che non ci sono certezze. E non hai ancora capito se pensare che si sta diventando matti ti salvaguardi dal diventarlo o ti catapulti ancora più velocemente verso quella condizione.
Ma in fondo cosa importa…? Una volta sopraggiunta, la “pazzia” spazza via la realtà così come eravamo abituati a vederla. E una risposta a queste mie domande risulta veramente superflua.
"...Un filo d'erba. Ho posato il cappello sull'erba. Ho posato l'erba sul cappello. Nel primo caso sono normale, nel secondo pazzo. La differenza tra la sanità mentale e la schizofrenia è un filo d'erba." (Jack, l'uomo della folla)