A indagare è lui, il commissario Bordelli, un personaggio che è bello seguire di storia in storia, con il tempo che passa, incide rughe e delusioni, mentre anche gli altri cambiano e con loro tutta una città.
Bordelli, uomo che ha combattuto i nazisti e che certo non si ritrova a suo agio nell'Italia del dopoguerra. Più che la carriera vorrebbe stare in pace con se stesso e magari mettere ordine a a una vita con troppi amori infranti e troppe abbuffate solitarie in osteria. Ma ora c'è da scoprire cosa è successo a quel bambino.
Più intuizioni che indizi, ma l'indagine va avanti. E quanto fango che c'è in questa città, capace di rompere gli argini del vivere civile: nostalgici delle squadracce fasciste e pedofili. Peggio del fango che sta per sommergere Firenze, con l'alluvione.
E ci sono anche quei giorni - che è bene non dimenticare - in (Tea), a mio parere il più intenso e struggente tra i romanzi di Marco Vichi. Da leggere.
Morte a Firenze