Eppure, per chi non lo sapesse, esiste una legge non scritta, ma tramandata forse dalla paura e dalla superstizione, che potrebbe quanto meno far desistere molti dal loro desiderio di espandersi...
Chi infatti, nella mentalità contadina dei luoghi d'alta montagna, si appropriava del terreno altrui, correva il serio pericolo di essere dannato per l'eternità.
Andando però di notte, può succedere di vedere un uomo al lavoro in quei campi, un uomo che si affanna a spostare i grossi ceppi di confine che sono stati piantati lì molti anni or sono, ma che la cupidigia umana ha spostato di qualche metro, privando il legittimo proprietario del terreno, e firmando così la propria condanna.
Se vi venisse la tentazione di fermarvi e aiutare quel contadino a finire prima il suo lavoro, chè i cippi sembrano pesanti e il contadino non pare davvero essere in grado di spostarli, non fatelo!
Egli vi si rivolterebbe contro con gli occhi infuocati, maledicendovi e maledicendo se stesso per essere costretto a compiere quel lavoro per l'eternità. E vi spiegherebbe perchè è ridotto a quell'opera.
Spostare i ceppi di confine di un terreno, per privare il confinante di una striscia di terreno da annettere al proprio podere, era da sempre considerata una prassi comune in quei luoghi, e forse lo è tutt'oggi, ma era una pratica che andava contro la comune morale e soprattutto contro i Comandamenti della Legge Divina che impone di "non rubare" e di "non desiderare la roba d'altri".
Apparentemente, la maledizione non sortì alcun effetto, e il contadino ebbe i sui tre piedi di terra in più.
Tutte le notti, infatti, dovette tornare a quel campo e tentare di spostare i ceppi di confine al loro posto, per guadagnare la salvezza eterna...ma si sa, i fantasmi non possono spostare gli oggetti, e così il contadino avaro è ancora lì che prova e riprova ad aggiustare lo sbaglio che aveva fatto in vita. Inutilmente.