Il fantasma del natale passato

Da Maxdejavu

Oggi mentre facevo addormentare i nani, finito il repertorio delle classiche Ninna nanna mamma tienimi con te… A è l’anattroccolo che non sa volare e Do se do qualcosa a te… non so come ma ho tirato fuori da uno dei cassetti del mio cervello “Astro del ciel” e mi son messa a piangere come una scema. Loro mi ascoltavano incuriositi mentre le parole mi si scioglievano in gola e uscivano un po’ modificate.

Si sono addormentati e io ho continuato a pensare ai miei fantasmi del Natale passato.

C’è poco da fare, in questo periodo dell’anno da me va così e non riesco a farci niente. Ci ho provato, con l’albero… il pannolenci… i regalini fai da te, un viaggio da fare o da non fare? La letterina a Babbo Natale… Ma non ci riesco. E vorrei adesso qui per me una bella chaise longue su cui sdraiarmi e farmi psicoanalizzare, magari anche con una bella ipnosi per capire dove è nato tutto!

Mentre cantavo ai miei bambini quella canzone avevo chiara davanti a me l’immagine di una piccola Antonellina a capo di una fila di cuginetti, zii genitori e nonni con in mano Gesù bambino avvolto nel cotone e una stella filante: in processione per portarlo nel presepe fichissimo allestito da uno zio che poi ci ha lasciati troppo in fretta, che da quando non c’è più nessun Natale è stato come allora.

Quanto cambiano le cose e non ti aspetti che certe persone fungano da collante per i rapporti umani.

Ci restano i ricordi e la consapevolezza che anche se proveremo a ripetere certe tradizioni con la nostra piccola famiglia, non sarà mai come un tempo. O forse sì, non so dirlo.

Sono cambiate le persone, non vivo più nella mia città, accanto ai miei figli non c’è la zia che avrei voluto (anche se prova a farsi conoscere tramite Skipe) e paradossalmente vedono e sentono di più le cugine che sono altrove in Europa che i parenti che son qui e che alla fine neanche saprebbero riconoscere in una fotografia – vista la totale indifferenza reciproca.

Insomma… quella famiglia nella quale sono cresciuta, così larga e variopinta, quelle catene di montaggio a cui partecipavo per preparare i panzerotti, le cartellate, i ferri di cavallo… qui non ci sono e mi mancano da morire. Posso solo sperare nel mio piccolo di riproporre i miei ricordi… e applicarli in formato ridotto alla mia famiglia sgarrupata.

Tra due giorni è Natale, non va bene e non va male… buonanotte, torna presto e così sia.


Filed under: Emozioni, MestiereGenitore, Nonnismi Tagged: Astro del ciel, cartellate, De Gregori, malinconia, natale, panzerotti

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