Tutte le volte che in casa si pronuncia il nome Eva a mia madre parte l’embolo. Eva è l’ex ragazza di mio padre in età adolescenziale. Sono trascorsi più di trentacinque anni dalla fine di quel tenero amore, ma lei, mia madre, è ancora capace di litigarci e di tenere il muso come se fosse una ragazzina. Ricordo che quando io e mia sorella eravamo bambine tiravamo fuori una foto di mio padre ritratto con alcuni amici e tra loro c’era pure Eva. Quello era un dispetto che le servivamo a cadenza regolare. Lui, l’unico grande amore della sua vita, se la rideva compiaciuto, lei si arrabbiava a tal punto da non rivolgergli la parola. Diciamolo chiaramente: a noi donne le ex dei nostri uomini ci mandano in confusione. E non importa a quando risalga la storia, non importa conoscerle oppure no. Loro sono lì. Ferme. Riusciamo a lasciarci coinvolgere a tal punto che avremmo anche voglia di uscirci insieme una sera per scoprire: Toh, cosa avrà in più di me? Assolutamente nulla. Eppure non riusciamo a essere riflessive e iniziamo a bombardare il poveraccio che non può, di certo, annullare la sua vita e le sue storie precedenti. Le frasi sono da manuale: “Ma che cavolo di nome ha?”“Ma poi hai visto i capelli?”“Sì, è alta ma non ha forme”“Ma le hai visto il seno? Sembra una tavola da surf”“Ma come si veste? E come si trucca?”“E comunque mi hanno detto che non riusciva a mettere due parole in fila…”“Io non riesco proprio a capire come hai fatto. Io e lei siamo talmente diverse. Siamo opposte. O ti piace lei o io. Questo ancora non me lo spiego ma lo capirò”. E dietro quel capirò c’è tutto.In un nanosecondo, riusciamo a dipingere quella malcapitata come la donna più brutta, più stupida, più inadeguata del pianeta.Che poi, nella maggior parte dei casi, è così. Non è acidità ma solo realtà. Lo giuro!Ora, la questione è una sola. Non riusciamo a immaginare la persona che ci capisce, che ci ama, che ci ascolta, che ci sopporta, ripeto #checisopporta, che si comporti nello stesso modo con chicchessia. Non riusciamo a digerire quell’immagine di lui con lei. Di loro che ridono e si divertono. Di loro che stanno insieme. Di loro, punto.E come in tutto quello che succede, quando non riusciamo a darci una spiegazione, attacchiamo. Ps. Io un'ex l’ho conosciuta e col tempo anche apprezzata (grandi conquiste riservate a poche elette). Adesso le chiederei: “Ma tu ed io cosa c’abbiamo visto in lui?”, questo in effetti lo farei. Quasi, quasi… la chiamo. Magari in futuro, dai.Sophie