“Sentì la mano gelida della paura sul collo, ma si impose di non perdere la concentrazione. La barca ondeggiò, si incastrò sulle onde e affrontò la notte.”
Scilla Bonfiglioli – L’Ultima Soglia
Ecco. Un viaggio inaspettato.
Queste parole richiamano al lettore una storia così famosa da essere ormai diventata leggenda, tra gli appassionati di fantasy. Ma ho barato, lo ammetto: non intendo parlare di Tolkien.
Il viaggio che inizia qui è di certo più modesto, ma non meno imprevedibile.
Partiamo da una piccola baia di sabbia grigia sotto la scogliera, divorata dal gelido mare in tempesta.
Questo viaggio inizia nelle terre del nord.
C’è una barca da costruire, piccola e fragile come un guscio di noce, tanto per cominciare.
E di certo, sarà pericoloso.
Da fronteggiare ci sono i lettori di fantasy. Nessuno è abitudinario, selettivo e crudele quanto loro.
I lettori di fantasy hanno divorato storie su storie, masticato viaggiatori e compagnie, succhiato il midollo degli eroi.
Sono abituati a cercare un gusto particolare e vogliono che sia familiare e insieme nuovo. Desiderano che le storie abbiano originalità, eppure si sentono in pericolo e si inferociscono, se non trovano elementi conosciuti, che li facciano sentire a casa anche nelle terre più lontane e nei tempi più remoti. Sono dei mostri agguerritissimi e si appostano all’inizio di ogni viaggio.
Lo so perché sono una di loro.
Un’altra cosa che so è che la razza dei lettori italiani predilige le avventure raccontate dagli stranieri, soprattutto inglesi o americani. Basta un nome anglosassone e i lettori fantasy si gettano sulla preda pronti al banchetto.
Quando l’avventura è narrata da un connazionale, invece, si fanno indietro arricciando il naso. Così, d’istinto.
Questa è una bella sfida, dal momento che il viaggio in cui intendo trascinarvi è italiano dalla punta dei piedi alla radice dei capelli.
Si chiama L’Ultima Soglia. È una saga in tre episodi, edita dalla casa editrice Delos Digital, una costola di Delos Books. I miei compagni di viaggio sono Carlo Vicenzi, con la saga I Cento Blasoni; Luca di Gialleonardo, con La Fratellanza della Daga; Liudmila Gospodinoff e La Città delle Ombre; Simonetta Fornasiero ha scritto invece Il Necromante e Silvia Robutti Underlegend. Andrea Franco parte con Il Canto delle Armi, Luigi Brasili è in viaggio con I Figli della Notte.
Come vedete, sono tutti sentieri italiani.
Tutti gli autori sono anche lettori voraci e insaziabili, quanto gli stessi mostri che vogliono stuzzicare. Questo rende la sfida più gustosa.
Fantasy Tales
È del mio viaggio che vorrei parlare, perché nessuno conosce bene un sentiero come colui che l’ha solcato di persona.
Come dicevo, parto con una piccola baia e una barca. Mi sono avviata da lì per costruire una saga che esplorasse la morte in quanto riflesso della vita, che seguisse gli sciamani sui sentieri più pericolosi per scoprire i segreti della cupa magia dell’acqua. Ho scritto la storia di una famiglia impegnata in una guerra antica.
L’Ultima Soglia racconta di porte aperte che sarebbe meglio restassero chiuse ma che, naturalmente, non lo sono affatto. Ho amato moltissimo la piccola barca con cui sono partita e tutte le acque che ho attraversato. Ho lasciato il cuore ai re e agli sciamani con cui ho viaggiato e il mio desiderio è che tutti i mostri più affamati li possano trovare squisiti quanto lo sono stati per me.
A spingere la mia scialuppa tra le onde è stato Andrea Franco, curatore della collana Fantasy Tales.
Ha contattato uno per uno me e i miei compagni di viaggio e ci ha chiesto di creare mondi ricchi, storie piene di azione e magia. Di impastare gli ingredienti che più ci piacevano nel fantasy che tanto abbiamo letto e di mettere insieme un pasto adatto a lettori voraci. Nessuno di noi aspettava altro.
Come sostiene l’autore Carlo Vicenzi, il fantasy deve saper dare un messaggio. Cerchiamo di riscaldare il lettore non come un tiepido sole, ecco, ma come un fuoco di guerra.
Grazie a Fralerighe, vorrei condurvi con me sulla barca da sciamano e poi su tutti gli altri sentieri, per mostrare al vorace lettore italiano quante possibilità abbiamo anche dentro ai nostri confini di far sorgere sogni e modellarli.
Fantasy Tales è un piccolo passo, forse, ma non deve essere l’unico. E potrebbe aprire una strada anche in Italia seguendo la quale il fantasy non verrà solo divorato, ma anche scritto e pubblicato.
La battaglia di chi ama il fantasy, qui e ora, deve essere quella di mettere un passo davanti all’altro per costruire una via.
Prendete la mia mano, se le onde si fanno feroci. Non lasciatemi sola.
Le parole e il vento
Una saga ha bisogno di una pergamena sui cui essere vergata, per raggiungere i posteri.
Deve venire scritta, conservata. Ha bisogno di carta, di un libro che la raccolga e la protegga dalla polvere e dal tempo.
Nessuno sembra essere più tradizionalista del lettore fantasy, che cerca le dolcezze di terre esotiche e tuttavia perdute nel tempo. Vuole sentire la carta sotto le dita, l’odore del passato che le pagine hanno raccolto, il loro frusciare. Questo aumenta la magia.
Senza la carta, le parole hanno lo stesso peso? Altrimenti non diventano, per loro stessa natura, mutevoli e sfuggenti?
C’era un tempo, però, in cui le leggende non venivano scritte, ma raccontate soltanto e si spostavano da bocca a bocca.
L’epico ha sempre preferito il vento.
Con la sfida di Fantasy Tales, anche il mio viaggio sfida i venti.
L’Ultima Soglia è una saga senza carta. Delos Digital la pubblica in digitale, così come le altre raccolte nella collana. Di certo è rischioso, affidare il fantasy a un supporto così ineffabile, ma se avessimo paura non varrebbe nemmeno la pena lasciarci la costa alle spalle per prendere il mare.
La mia barca, adesso, sfida il vento.
Vorrei che tutti salpaste insieme a me: c’è bisogno di impugnare le armi anche per sdoganare le pubblicazioni in digitale al fianco di quelle cartacee.
Il campo di battaglia si sposta sempre di più verso queste lande e a combattere dobbiamo essere tutti.
Da lettrice a lettori, intendo.
Da mostro a mostri.
Si dice che nel nostro paese ci siano più aspiranti scrittori fantasy che lettori e che è per questo motivo che le case editrici preferiscono rischiare poco con gli autori nostrani.
Che questa affermazione sia vera o meno, sia gli uni che gli altri, insieme, costruiscono la grande tela di mondi ed eroi che rendono fantastici i sogni.
Facciamola più grande.
Io vi aspetto.
Scilla Bonfiglioli