Per scoprire le visual novel al di là di ogni pregiudizio
Sull'orlo della catastrofe
Recensire visual novel non è facile come sembra perché si tratta di un genere che trascende quelli che sono gli stilemi del videogioco. Spesso non c'è nemmeno il gameplay in senso stretto da valutare, visto che ci si limita a leggere dei testi illustrati da alcune immagini di accompagnamento che tentano di rendere in diversi modi gli stati emotivi raccontati.
A volte viene voglia di tirare fuori un po' del Cesare Segre che è in noi e metterci a fare critica letteraria, ma poi ci rendiamo conto che sarebbe poco opportuno in un contesto simile e ci limitiamo al tentativo di farvi capire a cosa vi trovate di fronte e perché abbiamo espresso un certo giudizio qualitativo. Il problema torna a porsi a ogni nuova recensione, detto tra noi non solo di visual novel, quando cioè prendiamo coscienza del fatto che le formule classiche con cui componiamo gli articoli potrebbero essere inadeguate per rendere ciò che ci troviamo a provare. Ad esempio descrivendovi eden* dovremmo parlare di una visual novel in cui si leggono dei dialoghi ben scritti che possono essere fatti scorrere automaticamente o con la pressione di un tasto. Il resto rientra nel caotico cercare una finta oggettività nell'universo del soggettivo, ossia provare a quantificare il non quantificabile. Leggendo eden* abbiamo provato a immaginarci più giovani e meno disincantati, alla ricerca di racconti che potessero darci qualcosa di più di facile intrattenimento, ossa che potessero diventare parte della nostra vita, accompagnandoci come un'esperienza vivida per il resto dei nostri giorni. È un bel sogno quello che l'arte possa insegnarci la vita, oppure che possa addirittura esserle alternativa, soprattutto quando ci troviamo dentro quelle consolazioni che mancano nella realtà. Una delle difficoltà più grosse di ogni essere umano è immaginarsi in un'età che non è la sua. Abbiamo dei ricordi di ciò che siamo stati e delle prospettive di ciò che vorremmo essere, ma è difficile spingere un ricordo oltre quella barriera spessissima che lo divide dalla vita.
eden* - Il filmato di apertura
Confronti
Ora, a parte i bellissimi disegni dello studio minori, più quelli femminili che quelli maschili, e a parte l'altrettanto bella colonna sonora, abbiamo provato a immaginarci adolescenti di fronte a questa splendida storia d'amore vissuta sull'orlo di un'imminente apocalisse che spazzerà via l'intero pianeta Terra. Non è stato un esercizio innocuo, perché se il punto di arrivo è comunque lo stesso, cambiando il punto di partenza è cambiato l'intero percorso fatto. Affiancando eden* a una qualsiasi altra visual novel dai contenuti mediocri proprio rispetto al suo pubblico di riferimento, se ne capisce la qualità (ad esempio Sakura Spirits andrà benissimo).
L'idea della soggettività è ingannevole perché molti non ci vedono il limite della difficoltà di esprimerne quelle variazioni che inevitabilmente tutti abbiamo vissuto. Se prendiamo una visual novel media con i soliti personaggi che vivono i loro drammi scolastici mercanteggiando i loro sentimenti attraverso scelte telefonate, e non la leggiamo con l'approccio di chi deve riceverla, non possiamo determinare effettivamente quanto la storia e i personaggi di eden* siano differenti, con i loro drammi di portata modulare che vanno a toccare problematiche più universali, nonostante rimangano ancorati a un certo target di riferimento. Per un quarantenne il giudizio sul gioco può nascere soltanto da una valutazione degli aspetti più tecnici ed effimeri dell'intera opera, perché rischia di essere impermeabile a quelli più profondi, che lo riguardano ormai solo tangenzialmente. Il vecchio recensore si limiterebbe ad applicare un mestiere su una materia ben più viva di quello che appare, in cui l'erotismo e l'irrequietezza del cambiamento sono mescolati in modo magistrale e non si limitano a proporre soluzioni banali come fatto altrove. Questo per farvi capire che anche se quello delle visual novel è un genere dalle meccaniche molto limitate, è possibile comunque trovarci dentro una profondità che va oltre quella di produzioni dal gameplay ben più complesso. Basta affidarsi a chi sa raccontare una storia, invece di farsi portabandiera di un genere a tutti i costi. Insomma, comprate eden* e non ve ne pentirete, perché si tratta di una delle migliori visual novel tradotte recentemente in una lingua occidentale.
Requisiti di Sistema PC
- Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7 -4770
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
- Sistema operativo Windows 8.1
- Requisiti Minimi
- Sistema operativo: XP
- Processore: Pentium 4
- RAM: 256 MB
- Spazio su disco: 5 GB
- DirectX: 9.0c
Pro
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Ottima storia
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Bei disegni femminili
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Bei personaggi
Contro
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Background raccontato in modo superficiale
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Disegni dei personaggi maschili
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Solo per chi conosce l'inglese